Černobyl': ieri, oggi, durante
#5 Mappe - 🇺🇦: trentasei anni fa l'esplosione del reattore numero quattro. Oggi Černobyl' è uno dei principali teatri di guerra. In mezzo il turismo, insolito ma anche clandestino e pericoloso.
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L’informazione italiana è già satura di reportage, interviste e approfondimenti su quello che sta succedendo in Ucraina. Da grande fan di carta e giornalismo, negli ultimi anni mi sono spesso sentito lontano da tante logiche interne di quest’ultimo, dalle difficoltà economiche che si sono tramutate in sensazionalismi e bassa qualità ai tentativi di vendita in barba ai principi che dovrebbero sempre regolare l’informazione.
Nelle ultime settimane, però, il giornalismo italiano mi sembra stia manifestando una preparazione e un’accuratezza del racconto dei fatti veramente esemplare. Ci sono ammirevoli giornalisti come Cecilia Sala, Francesco Battistini, Francesca Mannocchia e Jacopo Arbarello che si trovano fisicamente sul campo di battaglia, e troppe volte negli ultimi anni si è perso il valore del racconto “sul campo” come pilastro giornalistico per poter toccare, annusare, vivere, raccontare e testimoniare la realtà dei fatti. Sia online che su carta ci sono pochissimi difetti nella maniera con cui si sta narrando l’inizio della guerra in Ucraina: in momenti come questi è più che mai fondamentale riconoscere e apprezzare il privilegio dell’avere accesso alle informazioni nella maniera più trasparente possibile, soprattutto a confronto di regimi dove se parli non di “invasione” ma di “guerra”, il giornale in questione viene censurato.
In questi giorni mi sono chiesto più volte a cosa servisse che mi unissi anche io a parlare della guerra in Ucraina. Sono un ragazzo qualunque, che come tanti si interessa e tenta di formare una propria opinione intorno ai principali fatti che ci propone la geopolitica mondiale. E che come tanti è scioccato dal dramma vissuto dai tanti civili ucraini. Semplicemente voglio provare anche io a rendermi utile.
Oggi parliamo di Ucraina, andando a toccare uno dei luoghi più controversi e misteriosi dell’est Europa: Černobyl'.
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1986
Trentasei anni fa si è consumato il più grave incidente nucleare della storia. Nella notte del 26 aprile 1986, nel reattore numero quattro della centrale nucleare di Černobyl' sono stati disattivati alcuni circuiti di emergenza per effettuare un test di sicurezza sulla turbina. Una somma di problemi tecnici del reattore e di errore umano degli addetti ai lavori nell’inserimento delle barre di controllo ha portato a due esplosioni e ad un forte incendio di grafite.
L’incendio si è espanso rapidamente, contribuendo così a una velocissima diffusione dei materiali radioattivi nell’atmosfera. Proprio in quelle ore la parte settentrionale dell’Ucraina era attraversata da due zone di alta pressione: il giorno dopo, domenica, il vento soffiava verso le repubbliche baltiche al Nord, mentre da lunedì ha cominciato a dirigersi verso ovest. L’intera Europa è stata raggiunta dal flusso d’aria radioattivo nel giro di pochi giorni, con il vento che è poi tornato a soffiare verso est spingendosi verso le terre jugoslave. Il reattore ha continuato a bruciare per giorni, mentre la vicina città di Pryp"jat' è stata evacuata soltanto il 27 aprile, il giorno successivo. Sottovalutando l’impatto dell’accaduto, il 26 aprile tantissime persone hanno continuato ad andare a lavoro, compresi i diversi operai degli altri reattori della centrale nucleare.
In pochi giorni il disastro ha avuto effetti devastanti nella zona circostante e ha messo in serio pericolo l’intera Europa. A distanza di anni, le conseguenze sui danni fisici alla salute delle persone sono conclamati. Sono 31 i morti accertati a causa dell’esplosione, mentre per il Chernobyl Forum i morti per tumori e leucemie negli anni successivi sono 4000 in più rispetto alla media. Il bilancio totale è ancora incerto: si passa dai 9.000 morti stimati dall’OMS a più di centomila morti stimati da altri studi. Senza dimenticare i danni enormi alla flora circostante, con incendi negli anni successivi che hanno contribuito periodicamente a innalzare i livelli della contaminazione, e gli effetti sulla specie animale, ad esempio con diverse malformazioni degli encefali di tantissime specie di uccelli. Oggi l’area, essendo quasi totalmente disabitata, è diventata un paradiso per la fauna selvatica e i cani randagi.
Tra 1986 e 1987 quasi 250.000 persone hanno lavorato alla rimozione dei detriti e all’installazione di un sarcofago esterno di contenimento, che è stato poi sostituito nel 2016 da una nuova struttura finanziata anche da Usa e UE: il New Safe Confinement.
Vacanze a Černobyl'
Qualche settimana fa ho visto un documentario intitolato ‘Stalking Chernobyl: Esplorazione dopo l’Apocalisse’ - sì, originariamente avrei voluto parlare solo di questo oggi -.
La centrale di Černobyl' e la zona circostante sono diventati da qualche anno una vera e propria attrazione turistica. Aiutata dalla celebre e omonima serie tv lanciata da HBO, probabilmente l’aurea attorno a Černobyl' ha smesso di avere caratteristiche spettrali e ha risvegliato via via la curiosità delle persone di poter visitare un luogo così peculiare, il vero e proprio teatro di una tragedia.
Černobyl' dista circa 120 km dalla capitale ucraina Kiev, e si stima che nel 2019 abbia ricevuto (insieme alla vicina Pryp"jat') circa 150.000 visitatori dopo che il numero è raddoppiato di anno in anno dal 2011. Prima dell’arrivo del Covid-19, il tour di Černobyl' era sempre più gettonato anche perchè effettuato con tutte le precauzioni e la sicurezza del caso. Durante le visite guidate (costano un centinaio di euro) i visitatori assorbono circa due microsievert di radiazioni all’ora, non più di quelle a cui siamo esposti durante un viaggio in aereo. Un livello mille volte minore rispetto a quelli che si misuravano più di trent’anni fa, a ridosso dell’incidente. In ogni caso, ogni gruppo in visita viene dotato di un contatore Geiger per misurare il livello di radiazioni costantemente.
La precisazione “visite guidate” è fondamentale. I luoghi di Černobyl' sono infatti invasi non solo da turisti regolari, ma anche da centinaia di turisti clandestini. E questo è un enorme problema, dal momento che questi si spingono in angoli dove le radiazioni possono essere più alte, e spesso portano via oggetti e cimeli che appartengono all’epoca dell’esplosione del reattore. Vestiti, libri, detriti che portano con sè ancora delle soglie di radiazioni pericolose, in stanze e sotterranei che non sono state “incluse” nei canonici tour proprio per motivi di sicurezza.
Molte particelle nucleari si muovono in forme e velocità differenti e dunque la loro presenza non è sempre prevedibile, ma almeno l’80% degli stalker - così vengono definiti nel documentario - di Černobyl' non utilizza il contatore Geiger e non si preoccupa minimamente di questi rischi, presente non solo nei pressi della centrale ma anche nella Foresta Rossa (chiamata così per il colore che ha assunto proprio per le sostanze radioattive, prima che gli alberi morissero), a pochi passi da lì. A 20/30 km di distanza, alcuni stalker addirittura raccolgono l’acqua dal fiume (sembra che conoscano i punti dove è effettivamente potabile) oppure mangiano i frutti dei boschi circostanti. Un turismo non solo clandestino e pericoloso, quasi macabro.
Nelle visite guidate i visitatori si limitano a camminare attraverso il ricordo della tragedia: non si può mangiare, bere e toccare gli oggetti che si trovano. Le azioni effettuate dai turisti clandestini fuori dai percorsi stabiliti - anche perchè diversi edifici sono pericolanti - sono invece pericolose. Modificano l’assetto delle stanze importando oggetti per le loro foto, oppure prelevando oggetti che appartengono da decenni a Černobyl': la Zona di Alienazione, così come viene chiamata, viene vista dai clandestini come un’accessibile fonte di guadagno grazie ai reperti di metallo e alla deforestazione, quando invece sarebbe non solo rispettoso ma anche prezioso lasciare intatta l’eredità storica di quei luoghi.
Tra le altre cose, Černobyl' è diventata anche un luogo di attrazione per gli urbex-ers, un nutrito gruppo di persone che si diverte a esplorare strutture artificiali e rovine abbandonate in giro per il mondo. Non a caso la loro attività di ‘esplorazione’ può essere paragonata a una vera e propria infiltrazione clandestina.
La guerra
Purtroppo Černobyl' è diventata negli ultimi giorni un teatro di guerra. Da settimane la Russia aveva ammassato centinaia di migliaia di truppe sul fronte est e sul fronte nord, al confine con la Bielorussia: una volta che Putin (è bene sottolineare l’individualità della decisione) ha ordinato l’invasione dell’Ucraina, insieme alle due province separatiste di Luhansk e Donetsk ad est è proprio Černobyl' a essere diventata uno dei luoghi di primo interesse per l’esercito russo.
Come mai? Come si vede da questa mappa, Černobyl' e Pryp"jat’ sono vicinissime al confine con la Bielorussia, e una loro conquista avrebbe permesso ai russi di appropriarsi di un avamposto all’interno dell’Ucraina ben collegato con la Bielorussia, un territorio amico dove poter accumulare altre armi, truppe e rifornimenti.
Inoltre, il grande e immediato obiettivo di Putin sembra proprio l’entrata nella capitale Kiev, di modo da poter destituire l’attuale governo presieduto da Zelensky. Poche persone in tutto il mondo, compreso Putin, si aspettavano una difesa così efficace da parte del popolo ucraino: dopo cinque giorni dall’inizio della guerra, nessuna delle maggiori città ucraine è caduta in mano ai russi e Kiev non è ancora stata scalfita da invasioni di terra nemiche.
L’importanza strategica ha in ogni caso convinto l’esercito russo a dirigersi subito verso Černobyl'. Allo stato attuale, la zona di Černobyl' è di fatto controllata dai russi, che hanno impiegato poche ore per prendere il possesso della centrale. Nei minuti immediatamente successivi si sono sprecate un sacco di fake news (tra cui il fatto che i russi fossero interessati alle scorie nucleari) attorno alle conseguenze della conquista di Černobyl'. Una di queste notizie però è vera: le apparecchiature di controllo russe, in seguito agli scontri nella centrale e al conseguente innalzamento di polvere nell’aria, hanno rilevato un aumento significativo delle radiazioni nella zona. Da 3200 nSv/h a 6500 nSv/h.
Solo poche ore fa Putin ha pre-allertato i propri ministri sulla possibilità di usare le testate nucleari in loro possesso, in risposta alle sanzioni di Nato e Stati Uniti. Un fatto che fa capire quanto siano scellerate e potenzialmente devastanti le decisioni del presidente russo. Proprio a pochi km dal confine, sul suolo bielorusso, vicino a Černobyl' oggi si incontreranno le delegazioni russe e ucraine per avviare le prime trattative, mentre la Bielorussia si sta ufficialmente unendo alla guerra.
Intanto Černobyl' vive un altro turning point della sua storia. Dopo l’incidente nucleare e dopo gli anni di incontrollato turismo, in questo momento la centrale è in mano alla Russia.
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La foto più aesthetically pleasing vista di recente:
Il podcast da non perdere: Corriere Daily, il podcast quotidiano del Corriere della Sera. Abbiamo aperto con i complimenti al giornalismo italiano ed è giusto chiudere con un altro prodotto “collaterale” brillante:
Grazie e a presto!