Sentiamoci tutti colpevoli
#45 Mappe - Cipro 🇨🇾: è uno dei due Paesi europei a riconoscere esplicitamente il femminicidio nel proprio ordinamento giuridico. Sentiamoci tutti colpevoli.
Ciao, buon martedì!
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Nicosia
Lontana dai numeri totalizzati da Italia, Germania, Francia e Spagna, la Repubblica di Cipro è tra i dieci Paesi più piccoli dell’Unione Europea, e anche tra i dieci meno popolosi.
Cipro è anche uno dei due Paesi ad aver distintamente previsto nel proprio ordinamento giuridico il reato di femminicidio. Cipro e Malta sono gli unici due Paesi a parlare distintamente di questo reato, e nel 2024 questa distinzione dovrebbe entrare in vigore anche in Croazia. In Italia esistono pene aggravanti per la violenza domestica e sessuale, ma non per omicidi che hanno al proprio centro il movente di genere.
La premessa è doverosa: l’atavica tragedia dei femminicidi non è un problema italiano, nè europeo. Resta un problema dai tratti drammaticamente umani - anzi, disumani - che scavalca ogni confine politico o geografico.
Lo testimoniano i numeri che indicano la tendenza generale, ma la realtà è che in questo caso lasciano il tempo che trovano. In Italia sono 105 i femminicidi da inizio anno; nel 2021 erano stati 119, in Germania 337, in Francia 228. Come vedi, nessuno di questi numeri equivale a zero.
Centocinque
Cipro è solo un pretesto, per questa puntata, per parlare di altro. Per parlare della stretta attualità che ha coinvolto l’omicidio di Giulia Cecchettin.
Una tragedia verso cui è probabilmente normale provare forte vicinanza e sgomento, ma che per svariati motivi - contesto, età dei protagonisti e una particolare sensibilità del momento - mi ha colpito più delle tante, troppe storie che ricalcano i tratti comuni di quello a cui abbiamo assistito in questi giorni.
Due giorni fa mi è capitato di vedere il nuovo film recitato e diretto da Paola Cortellesi, C’è ancora domani. Un film più che mai attuale, per quanto sia inserito nell’immediato Dopoguerra italiano, che indaga le origini di un sistema patriarcale da cui nascono i drammatici numeri che hai letto poco fa.
Se mai può esserci un utilità in questa disgrazia, prendiamo coscienza della non eccezionalità dell’omicidio. Non è eccezionale perché proviene da dinamiche radicate da decenni - come mostra il film, che ti consiglio caldamente di vedere -, non è eccezionale in virtù di quanto ha detto con sbalorditiva lucidità Elena Cecchettin a poche ore dalla notizia della morte della sorella:
Turetta viene spesso definito come mostro, invece mostro non è. Un mostro è un’eccezione, una persona esterna alla società , una persona della quale la società non deve prendersi la responsabilità . E invece la responsabilità c’è. I «mostri» non sono malati, sono figli sani del patriarcato, della cultura dello stupro.
Sentiamoci tutti colpevoli nel momento in cui non condanniamo con fermezza reazioni scioccanti come quella del consigliere veneto Stefano Valdegamberi.
In cui non reagiamo di fronte alle trattazioni giornalistiche di questa tragedia come frutto di semplici dinamiche di gelosia e amore non corrisposto.
In cui le discussioni del giorno dopo sono più incentrate sui familiari della vittima che non si attengono al presunto ruolo imposto dalla consueta narrazione del dolore e che, invece, richiedono subito azioni concrete.
E, in ultimo, sentiamoci tutti colpevoli fino a quando violenze di genere e lotta alle diseguaglianze non saranno sempre più al centro dei progetti educativi e formativi.
Il rispetto per qualsiasi persona, per la propria libertà e le proprie scelte, è un valore che non può essere negoziato e negoziabile al cospetto di qualsiasi pretesto.
Sentiamoci tutti colpevoli fino a quando non sarà così.
🇨🇾🇨🇾🇨🇾
E per finire
La foto più aesthetically pleasing vista di recente:
Gli articoli più interessanti che ho letto negli ultimi giorni: come Zerocalcare ha riassunto le becere polemiche sulla sua non partecipazione a Lucca Comics su Internazionale, la Spagna rurale e silenziosa di cui parla la newsletter Iberica, la bellissima intervista di Jannik Sinner, domenica si è votato in Argentina e ne parleremo a breve.
Il podcast da ascoltare mentre sei in coda in macchina: Freedomland, la nuova stagione di Supercrash di Will Media.
Puoi, come sempre, consigliare Mappe al tuo barista di fiducia e recuperare le scorse puntate nell’archivio.
Grazie e a presto!