Luta contra a droga
#14 Mappe - Portogallo 🇵🇹: nel Paese iberico, dal 2001, sono state decriminalizzate tutte le sostanze illecite. Un modello unico e virtuoso che ha risolto il problema dell'eroina dilagante.
Ciao, bentornato/a alla quattordicesima puntata di Mappe.
Io sono Andrea Codega e questa è la newsletter che ti parla di storie, culture e persone in giro per il mondo. Un Paese alla volta. A questo link trovi tutte le altre puntate, mentre qui puoi seguire la pagina Instagram. E un piccolo reminder: se la mail ti arriva in Promozioni o Spam, spostala nella casella principale e il problema dovrebbe risolversi.
Magari a qualcuno è capitato di chiedersi: sì, ma in base a cosa decidi di parlare di un determinato argomento?
Ecco, ottima domanda: molto spesso mi capita di trovare degli input da cui poi nascono le puntate di Mappe in maniera veramente casuale. Un buon 30% delle idee nasce sicuramente in macchina mentre ascolto musica o podcast, il restante 70% è affidato a momenti ignoti.
In questo caso, ero veramente giunto fino a poche ora fa senza sapere di cosa avrei parlato questo lun…martedì. Poi mi sono ricordato di quanto sia utile scavare tra i libri che ti regalano gli amici, e quindi eccoci a parlare di Portogallo anche grazie alla collana The Passenger di Iperborea (no, non è una marchettata).
Dicevamo: parliamo di Portogallo. E di droga.
Estado Novo
Quando penso al Portogallo penso sempre ad un Paese non totalmente compiuto. Di fronte a sé ha un orizzonte immenso rappresentato dall’Oceano Atlantico, ma di fatto rimane spesso chiuso nelle sue radici e nelle sue mura; la gente è sì spensierata, ma la sensazione è quella di una spensieratezza meno gioiosa rispetto alla forza dirompente dei vicini spagnoli; un Paese legato a un passato malinconico, a tratti anonimo e polveroso, ma con un presente rivitalizzato e un futuro di rinnovamento identitario.
Il Portogallo è un Paese piuttosto complicato da circoscrivere e delimitare, e così mutevole è stato anche l’assetto governativo degli ultimi decenni. Gli aggettivi ‘polveroso’ e ‘malinconico’ sono più che mai calzanti per il periodo vissuto dal Portogallo sotto la dittatura di Antonio de Oliveira Salazar (una dittatura chiamata Estado Novo), morto nel 1970 ma i cui echi repressivi durarono fino al 1974. Gli anni Settanta e Ottanta, anni di grande euforia e rimbombo sociale in tutta Europa, trovano il Portogallo ancora arretrato, chiuso nella sua dimensione locale, confuso rispetto a quanto accadeva nei Paesi circostanti.
Uno dei primi segni di continuità tra il Portogallo e i Paesi più avanzati è rappresentato dalla droga, proprio negli anni Ottanta, periodo in cui questo tema ha vissuto i suoi echi più alti. All’improvviso il Portogallo precipita nella spirale dell’eroina, e in poco tempo quasi una persona su dieci diventa dipendente da essa. Scrive la scrittrice portoghese Susana Ferreira nel suo intervento su The Passenger:
“All’epoca quasi tutti nel Paese erano ignoranti. Il governo autoritario di Salazar aveva represso l’educazione, indebolendo le istituzioni e abbassando l’obbligo scolastico a dodici anni per mantenere il popolo docile. Secondo, riguardo le droghe: il Portogallo, chiuso nel pugno paternalista di Salazar, si era perso l’amore libero e le sperimentazioni degli anni Settanta. Quando la marijuana, poi l’eroina, e poi altre sostanze iniziarono a inondare il territorio era totalmente impreparato”
2001
Nel giro di pochi anni, le droghe diventano per il Portogallo un problema nazionale, arrivando a toccare circa 100mila persone (su un totale di 10 milioni) che risultavano tossicodipendenti nel 1995. Interi quartieri come Casal Ventoso, nella capitale Lisbona, diventano famosi proprio per la circolazione incontrollata di sostanze illecite.
L’anno chiave è il 2001: dopo che nel 1998 una commissione nazionale aveva deliberato che la soluzione dovesse consistere nella decriminalizzazione del possesso e consumo di droga, l’1 luglio entra in vigore una legge che continua a criminalizzare il traffico di droga, ma ne depenalizza il possesso e l’utilizzo: continuano a essere attività illegali, ma non costituiscono più reato. Di fatto, il Portogallo da quel momento inizia a identificare chi ha a che fare con le droghe - anche pesanti - non come un criminale, ma come un paziente che necessita di cure e attenzioni.
Nessun Paese ha mai preso una decisione così drastica in merito, e la grande notizia è che tale misura ha riscontrato uno straordinario successo. I casi di Hiv sono passati da 1012 nel 2001 a soli 56 nel 2012, e nel 2014 le morti connesse alle droghe sono state 3 su un milione di abitanti, rispetto alla media europea di 17.
Servizi e assistenza
Questa misura non avrebbe mai potuto ottenere i risultati effettivamente conseguiti senza tutta un’altra rete di provvedimenti a livello nazionale. Fin dai primi anni Duemila si sono diffuse decine di servizi per la tutela fisica e mentale, e diversi centri pubblici per il trattamento delle dipendenze. Di fronte alla depenalizzazione, una grande percentuale di tossicodipendenti si è spontaneamente rivolta a queste strutture per ricevere delle cure, oggi rappresentate per la maggiorparte da oppiacei come metadone e buprenorfina.
Vale la pena aggiungere questo aspetto soprattutto per chi è a favore della liberalizzazione per motivi legati esclusivamente al togliere la droga dall’ingerenza mafiosa: per permettersi una decisione di questo tipo, è necessario effettuare diverse migliorie nella sanità pubblica come fatto dal Portogallo dopo il 2001, potendo così garantire le cure adeguate alla grossa fetta di popolazione che ancora consumava le sostanze illecite in maniera esasperata. Proprio grazie all’insieme di queste misure, a distanza di un ventennio il Portogallo e i portoghesi consumano una quantità media di droga pari alla media che si registra in giro per l’Europa. Lo spiega anche João Goulão, medico specializzato nelle dipendenze e oggi coordinatore delle politiche portoghesi su questo tema:
"La riduzione del danno è di aiuto a molte persone. Bisogna rispettare i loro ritmi e capire che lo Stato devo realizzare investimenti per donare una vita migliore e più longeva anche a chi continua ad assumere droghe"
Il resto del mondo
A prescindere dall’essere d’accordo o meno su questo tipo di atteggiamento, quello del Portogallo è un esempio estremamente virtuoso e ancora oggi unico nel suo genere. Le principali concessioni a livello mondiale che vediamo oggi riguardano soprattutto l’utilizzo e il consumo di una droga leggera come la cannabis, il cui uso a scopo ricreativo è legale in Paesi come Malta, Canada, Sudafrica e Uruguay, oltre che in 19 Stati federati negli USA. Sorpresa: non c’è l’Olanda, dove la sostanza è illegale e solo l’uso personale non è punibile.
La portata innovativa del Portogallo ha riguardato, tra le altre cose, la non distinzione tra droghe leggere e pesanti, come invece effettuato nei Paesi citati qui sopra. Oggi solo la Svizzera si è avvicinata al Portogallo tramite la diminuzione delle pene relative al consumo di droghe senza distinzione, anche in questo caso in seguito a una pesante tossicodipendenza generalizzata negli anni Ottanta. E anche in questo caso, la politica svizzera si concentra sull’attività di cura e prevenzione dei cittadini.
Nonostante i passi avanti della Svizzera, ancora oggi il Portogallo resta l’unico Paese dell’UE in possesso di una legge che decriminalizza esplicitamente l’utilizzo di tutte le droghe, dove il loro uso e consumo non rientra nella sfera penale a differenza di tutti gli altri Paesi europei. La criminalizzazione non è l’unica strada possibile, ma i requisiti e le azioni centralizzate da svolgere devono essere ben coordinate, per raggiungere i risultati concreti ottenuti dal Portogallo.
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E per finire
La foto più aesthetically pleasing vista di recente:
Una newsletter da leggere: Nasce proprio in questi giorni Kill Bill, l’appuntamento settimanale sul basket europeo del mio amico Cesare Milanti. Seguitelo.
Il podcast da non perdere: Stati di tensione, a cura di Dario Fabbri e prodotto da Chora Media. Un focus geopolitico su aree del mondo che fondano il proprio equilibrio su fili sottilissimi.
Se Mappe ti è stata utile e vuoi dirmi cosa ne pensi sul tema della liberalizzazione delle droghe, scrivimi pure via mail. Grazie e a presto!