Il gruppo Wagner e la birra
#36 Mappe - Repubblica Centrafricana 🇨🇫: uno dei Paesi africani dove ha forte presenza e influenza il gruppo Wagner. E c'entra anche la birra.
Ciao, buona prima domenica di luglio con la puntata #36 di Mappe!
Mappe è la newsletter che ogni due settimane ti parla di storie, culture e persone. Un Paese alla volta. Ed è anche la newsletter che devi irrimediabilmente consigliare al tuo barista di fiducia: quello a cui chiedere “il solito, grazie”.
La novità delle ultime settimane è sicuramente quella che ha coinvolto la Russia e il Gruppo Wagner, con un’azione sovversiva dei mercenari guidati da Evgenij Prigožin che per qualche ora ha messo sotto scacco Putin e i più alti funzionari russi.
Il senso di Mappe, di questa newsletter, è anche quello di andare a ricollegarsi a quelli che sono i grandi fatti dell’attualità e cercando di ricollegarli verso altri Paesi, situazioni, temi che riescono a emergere meno frequentemente del solito.
Così in questa puntata mi sono fatto aiutare dall’ospite Alberto Magnani, giornalista del Sole 24 Ore. Perché è inevitabile parlare della compagnia militare privata russa in queste settimane, ma è altrettanto importante ricordare la loro natura mercenaria e indipendente, almeno sulla carta: tutto questo si rivede in Africa, in particolare in Mali e Repubblica Centrafricana, dove il Gruppo Wagner è presente da diversi anni.
Nel continente nero
Il Gruppo Wagner, come forse già sai, è una compagnia militare privata di proprietà di Evgenij Prigožin: colui che per anni è stato conosciuto come lo “chef di Putin”, quando in realtà il suo legame con Putin si rifà a diverse pratiche losche e operazioni militari strettamente legate al Cremlino. Fino a pochi giorni fa, quando il leader del Gruppo Wagner ha deciso - per qualche ora - di seminare il panico in Russia.
Il potere militare della compagnia si insinua da anni anche in Africa: talvolta in maniera più indipendente, talvolta come autentico “braccio armato” della Russia, interessata a estendere il proprio soft power - anche se di soft c’è ben poco - in Paesi come Mali, Repubblica Centrafricana, Mozambisco, Sudan e Libia. Territori, Paesi dove i governi presenti sono deboli, e hanno avuto bisogno di appoggiarsi al potere militare della Wagner per consolidare il proprio potere.
Nel corso degli anni, sono tantissimi i crimini commessi dal gruppo russo in Africa, come scrive l’attivista Drew Pavlou: uccisione e sepoltura di più di 500 civili nel massacro di Mura nel 2022, in Mali; l’esecuzione di 13 civili disarmati a Bongboto nel 2021, in Repubblica Centrafricana; gli sterminati crimini di guerra in Siria, che hanno anticipato quelli realizzati nell’anno - fallimentare a livello militare - trascorso in Ucraina.
Alberto Magnani mi ha spiegato meglio le modalità con cui il Gruppo Wagner opera da anni in Africa, e non c’è soltanto l’aspetto militare.
Parliamo di una compagnia militare privata che si identifica con il Cremlino, ma prevalentemente ha ragioni di business di carattere privato. I cosiddetti contractors sono visti come forza dedita quasi solo al tradizionale sostegno militare, ma il loro modello è diversificato e si spinge molto più in là: ai settori di logistica, trasporto di materiali, intelligence, training, fino a linee di business che poi si dispiegano tra le materie prime - Wagner si è offerto in Repubblica Centrafricana per il controllo di sicurezza sulle miniere di diamanti, con l’obiettivo esplicito di avere accessi vantaggiosi a contratti e materie prime - e, ad esempio, la produzione di birra in Repubblica Centrafricana.
Africa Ti L’or’
La birra è proprio uno degli esempi più calzanti con cui il Gruppo Wagner opera nella Repubblica Centrafricana, e allo stesso modo in Mali e negli altri Paesi africani in cui è dispiegato.
Pochi mesi fa, a inizio marzo, il Gruppo Wagner è stato sospettato di aver sferrato un attacco al birrificio Mocaf, filiale del gruppo francese Castel a Bangui, la capitale del Paese.
L’attacco segue altre azioni di intimidazione effettuate dalla Wagner nei mesi precedenti, e si deve alla volontà di espandere uno dei propri principali business all’interno del Paese: l’attacco è coinciso infatti con il lancio della birra Africa Ti L’or’, birra prodotta dalla compagnia russa per estendere le proprie reti di potere, oltre che a essere stato una possibile risposta al pacco bomba che aveva ferito il “consigliere culturale” russo Dmitri Syty.
Dietro questo episodio si vede la chiara presenza capillare di un gruppo di stampo militare anche all’interno di business all’apparenza inconsueti, con cui tra le altre cose è riuscito a stringere un rapporto stretto col presidente Touadèra, che in cambio dell’appoggio militare russo ha concesso al Gruppo Wagner di penetrare nel Paese a suon di oro e diamanti, tanto che la Francia ha ritirato le sue truppe nel Paese dopo ben 62 anni.
E ora?
Dopo i recenti accadimenti russi, la curiosità sta nel capire come potrebbe proseguire l’esperienza della Wagner in Africa, soprattutto in Mali e Repubblica Centrafricana, i due Paesi in cui è maggiormente esposta.
Al momento, in uno scenario inevitabilmente confuso, ci possono essere due scenari. Da un lato un mantenimento della Wagner come braccio informale del Cremlino in Africa. Proprio pochi giorni fa il Ministro degli Affari Esteri russo Lavrov ha sottolineato che le attività nei due Paesi continueranno: è una sottolineatura non banale, visto il momento e visto che la sera stessa Putin ha minacciato la diluzione della Wagner, una sorta di scorporamento tra esercito interno e non.
Dall’altro, i contractors potrebbero mettersi sul mercato in Africa, anche per la reputazione che nel tempo si sono guadagnati. Non essendo l’unica realtà mercenaria in Africa, potrebbero avere pretese economiche differenti e dunque svincolarsi maggiormente dalla Russia.
La presenza della Wagner in Russia è di fatto attestata in maniera concreta fin dal 2018, quando la Russia ha espresso la volontà di subentrare alla Francia all’interno della Repubblica Centrafricana, in maniera simile a quanto accaduto in Mali.
Non è caso che Lavrov abbia menzionato quei due Paesi, lì si è creato un vero e proprio legame istituzionale tra Wagner e governi locali.
L’altro tema di interesse riguarda la Cina. I due Paesi sono di fatto alleati a livello internazionale ed entrambi hanno sviluppato una forte penetrazione nel quartiere africano, seppur con caratteristiche ben differenti: da un lato un carattere politico e bilaterale, dall’altro di stampo securitario.
Al momento sono due forze non concorrenti, che occupano proprio fisicamente terreni e ambiti diversi. La Cina ha svolto una penetrazione di carattere più politico, commerciale e finanziario, con rapporti bilaterali e parecchi prestiti a condizioni insidiose verso i Paesi africani in cui ha voluto investire. La Russia si è limitata a uno stampo più militare e securitario.
Per ora non si sono voluti espandere nei rispettivi campi, anche perchè entrambe alleate all’interno del gruppo BRICS con India, Brasile, Sudafrica, per il potenziale sviluppo di una nuova valuta condivisa e che sia alternativa al dollaro. La Cina si sta però avvicinando alla stessa Russia in termini di esportazione d’armi nel territorio africano, e questo potrebbe prefigurare un conflitto di interessi.
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E per finire
La foto più aesthetically pleasing vista di recente:
Alcuni articoli interessanti letti negli ultimi giorni: cos’è e come funziona il golden power, la decisione della Corta Suprema sul progetto di Biden di cancellare i debiti degli studenti, l’assurda pubblicità sulle droghe.
Una new entry tra le newsletter che seguo: Iberica, una newsletter dedicata alle news di Spagna e Portogallo.
Il podcast da non perdere: DOI - Denominazione di origine inventata, un podcast sul cibo di Alberto Grandi e Daniele Soffiati. Alberto Grandi ha anche partecipato di recente al podcast Tintoria, in una puntata che ti consiglio caldamente.
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Grazie e a presto!