Rappare in guaraní
#54 Mappe - Paraguay 🇵🇾: il settanta per cento del Paraguay parla guaraní, in netta contraddizione con tutte le altre minoranze linguistiche in rapido declino.
Ciao, è una nuova settimana e quindi c’è una nuova puntata di Mappe, la newsletter che ti parla di storie, culture e persone. Un Paese alla volta, siamo arrivati alla 54esima puntata.
Siamo abituati al rap in lingua inglese che risuona in tutto il mondo: un genere che nasce negli Stati Uniti degli anni Settanta e si diffonde via via in Occidente. Prende piede in Europa, nasce la cosiddetta ‘scena’ britannica, quella francese, in Italia prolifera attorno a Roma, Milano e Torino.
Seguendo il ragionamento, anche in tutti i Paesi di lingua spagnola dovrebbe corrispondere un movimento equivalente ed effettivamente è questo che succede tra la penisola iberica e il Sudamerica.
In Paraguay, però, c’è un’artista che con le sue produzioni rap sta esprimendo il recente profilo linguistico del Paese sudamericano. Si chiama Tekovete, e in pezzi come questo l’idioma protagonista non è lo spagnolo, ma il guaraní:
Puoi consigliare la puntata al tuo barista di fiducia - quello a cui chiedere “il solito, grazie!” il lunedì mattina - e siamo pronti a partire.
Cumbia Abducida
Il pezzo di Tekovete fa parte di quest’album: Cumbia Abducida, dove per cumbia intendiamo un vero e proprio genere musicale latino-americano.
Vabbè, già te l’ha detto Angelina Mango. Oltre a prometterti di parlare più spesso di musica, io posso solo consigliarti il mio pezzo preferito della cumbia villera, il sottogenere argentino della cumbia. Si chiama La resaka, e dal video si capisce perfettamente lo spirito che incrocia questo genere musicale:
Que purete me siento
Ipu vevýi asy ko purahéi vibrando con el viento
Armo uno, fumo y pienso
Ka'aru pytũ en la jungla de cemento
Acá nomás vy'ahápe ipoty ko verso
Araka'e peve? Nadie sabe de eso
Dalle prime parole della canzone di Tekovete si capisce subito che non c’è solo lo spagnolo: la strana sequenza di lettere affiancate allo spagnolo sono parole in lingua guaraní, un idioma che - al contrario di tantissime altre varietà linguistiche regionali in rapida ritirata - sta prendendo sempre più piede in Paraguay.
In questo consigliatissimo podcast di El Paìs, il principale quotidiano della Spagna, si parla proprio di Tekovete e Conan: una coppia paraguaiana che - attraverso la loro arte - cerca di mantenere viva la tradizione guaraní e la sua lingua in tutto il Paraguay.
Settanta per cento
Per parlare della lingua, non si può dimenticare la sua origine: il guaraní nasce da un miscuglio di diversi idiomi indigeni e dal popolo Guaranì, un gruppo etnico che abita i territori tra Uruguay e Paraguay fin dal V secolo (400 d.C.).
Molti idiomi autoctoni sudamericani stanno scomparendo, sulla spinta dello spagnolo coloniale, e il fatto eccezionale del guaraní è proprio la sua inversione di rotta.
Se dieci anni fa il Paraguay contava circa 4.5 milioni di persone che conoscevano il guaraní, questo numero è sempre più cresciuto: oggi è parlato dal 70% dei paraguaiani, per un totale di poco meno di 5 milioni di persone. Le ragioni sembrano risalire alla lealtà linguistica del popolo, e al fatto che il Paraguay sia un Paese decisamente più chiuso dei vicini Uruguay, Argentina, Cile e Bolivia.
Assieme al castigliano, il guaraní è riconosciuto come la lingua ufficiale del Paese dalla Costituzione e già nel 2012 era stata promulgata una legge volta a limitare le discriminazioni verso le minoranze indigene nel Paese.
Lo stesso nome Paraguay deriva dalla lingua guaraní: pará (oceano), gua (verso/da) e y (acqua).
🇵🇾🇵🇾🇵🇾
E per finire
La foto più aesthetically pleasing vista di recente, non poteva che essere la foto che sta facendo discutere tutto il Regno Unito:
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Il podcast da non perdere: Amare Parole, un podcast sul linguaggio de Il Post e di Vera Gheno, linguista e autrice.
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