Missione Marte
#10 Mappe - Marte 👨🚀: tra Space X di Elon Musk e i contrasti geopolitici che si proiettano all'esterno, la mappa della corsa verso la Luna e Marte è più varia e complessa che mai.
Ciao e buon lunedì, questa è la nuova puntata di Mappe. Non una qualunque, ma la decima: siamo arrivati in doppia cifra.
Mappe è la newsletter che ti parla di storie, culture e persone un Paese alla volta. Per festeggiare il raggiungimento della decima puntata, ho provato a pensare a Marte come a una nuova, ipotetica organizzazione politico-giuridica che potrebbe prendere forma nel prossimo futuro. Le esplorazioni spaziali sono in un momento delicato, tra il grande fermento per la corsa verso Marte velocizzata dall’avvento di Space X e le dinamiche geopolitiche che non possono che influire sugli schieramenti opposti nella corsa all’universo.
Per parlare di Spazio mi sono avvalso del prezioso aiuto di Matteo Castellucci: ha condiviso parte del percorso universitario con me, oggi scrive di Esteri per Linkiesta e collabora con Sky Tg24. Di recente si è interessato e ha scritto alcuni articoli proprio sui programmi spaziali: ho dovuto approfittarne per forza.
Sei sulla newsletter che parla di storie, culture e persone uno Stato alla volta. Questa volta lo Stato si chiama Marte.
Elon Musk
Inutile girarci attorno, la principale novità nella corsa all’esplorazione di Marte, il pianeta più vicino a noi, è rappresentata dall’avvento del miliardario americano Elon Musk e della sua azienda spaziale Space X. Oltre alla fornitura di lanciatori e capsule per il trasporto degli astronauti sulla ISS (la Stazione Spaziale Internazionale, dove di recente è appena tornata la nostra Samantha Cristoforetti), le tecnologie alla base dell’azienda californiana hanno il grande obiettivo di intraprendere i primi passi per la colonizzazione umana di Marte.
A partire dal barone Wernher von Braun - uno dei migliori scienziati della Nasa tra gli anni Sessanta e Settanta - in poi e in particolare dopo la conquista della Luna nel 1969, Marte ha iniziato a vestire i logici panni del prossimo obiettivo da raggiungere nell’ambito delle missioni umane alla conquista dello Spazio. Vuoi per la vicinanza con la Terra, vuoi per condizioni che non sembrano così dissimili da quelle del nostro pianeta e per una naturale sete di conoscenza che in guida la gran parte delle azioni umane: tutte le principali agenzie spaziali hanno messo al centro dei propri interessi il Pianeta Rosso.
L’ultimo passaggio nell’ambizione di raggiungere Marte è rappresentato proprio da quel visionario di Elon Musk, che da tempo sostiene la necessità di ridurre i costi e potenziare le astronavi di modo tale che possano fungere da “mezzo di trasporto” adatto a trasportare persone, merci e quant’altro su Marte. Per questo la sua Space X sta lavorando da tempo a Starship, un’enorme astronave testata ripetutamente nella base texana di Starbase, a Boca Chica, e che dovrebbe rispondere a questo insieme di esigenze. Circa un anno fa, il prototipo SN15 di Starship era finalmente riuscito ad effettuare un volo fino a diecimila metri di altezza per poi tornare alla base e atterrare senza particolari danni: un’innovazione gigantesca nell’orizzonte dei veicoli spaziali, che nei decenni scorsi non potevano mai essere ri-utilizzate al loro rientro sulla Terra.
Dopo l’atterraggio controllato, Starship non è riuscita a muovere grandi passi avanti, e tutto questo nonostante il coinvolgimento della NASA, l’agenzia responsabile del programma spaziale degli USA, che vuole utilizzare Starship come lander per il prossimo allunaggio previsto nel 2025. Forse per quest’estate è atteso il primo tentativo di superamento dell’atmosfera terrestre, ma i continui rallentamenti del macro-progetto indicano quanto possano essere lenti e difficoltosi i processi volti a progettare lo strumento più avanzato e ambizioso nella corsa alla Luna e a Marte.
Non solo cosa, ma come
La ventata di aria fresca portata da Elon Musk non è rappresentata solo dalle sue ambizioni concrete, ma anche dal modo con cui il miliardario sta comunicando a tutto il mondo il suo desiderio di dare un deciso impulso alle missioni spaziali. “Uno dei grossi meriti di Musk - mi spiega Matteo - è aver reso lo spazio un argomento pop: dopo la stagione d’oro della corsa allo spazio (anni ‘60/70) e in seguito alla fine del bipolarismo Russia-USA, i budget governativi per le missioni spaziali si sono ridotti, e il tema è ritornato in auge da pochi anni”.
Almeno per gli USA e per il restante mondo occidentale, Elon Musk è riuscito a comunicare la volontà di esplorazione dello spazio alle persone in una maniera molto più persuasiva di quanto fosse stato mai fatto prima d’ora. La missione con cui Musk vorrebbe avvicinare Marte alla Terra, ad esempio, non è mai stata spiegata in maniera scientifica ai media tradizionali, quanto piuttosto con questa frase piuttosto generica ma molto catchy risalente al 2017, riferita alle rigide temperature sul Pianeta Rosso:
“a little cold but we can warm it up”
Qualsiasi azione di Musk è oggi sovraesposta e raccontata su tv e giornali, a maggior ragione con l’acquisizione di Twitter. Per questa gigantesca manovra pare che il miliardario americano impegnerà alcune azioni di Tesla come garanzia, in aggiunta ai prestiti derivanti da diverse banche: il tutto potrebbe portare a un rallentamento dei progressi di Space X, che a differenza di Tesla ha ancora una struttura più simile a una startup e di sicuro non porta soldi nelle tasche di Musk.
Un ultimo episodio dell’innovativa comunicazione adottata da Musk? Il 6 febbraio 2018 il primo Falcon Heavy targato Space X era stato lanciato nello spazio insieme a una Tesla Roadster, con alla guida un manichino chiamato Starman. Un lancio che rappresenta molto di come Elon Musk ha aiutato a rendere le missioni spaziali un tema di nuovo al centro del dibattito occidentale.
Contrasti geopolitici
Studio dell’attività sismica, temperature, fenomeni atmosferici, analisi di elementi rocciosi e altri materiali: attualmente sono in corso ben tredici missioni su Marte, con gli obiettivi più disparati. Tra queste la più famosa e recente è la missione Mars2020 degli Stati Uniti con il rover Perseverance (ha anche un profilo Twitter, come potete vedere qui sotto), che si unisce ad altre missioni sparse tra gli stessi USA, UE, India, Cina ed Emirati Arabi Uniti.
Questo fatto è eloquente: gli interessi per la conquista di Marte sono molteplici, così come non è altrettanto semplice riuscire ad accorpare i diversi interessi e sforzi in una direzione comune, a maggior ragione in seguito alle tensioni degli ultimi anni tra Cina-USA e degli ultimi mesi tra Russia-USA.
A 61 anni distanza da quando il russo Jurij Gagarin divenne il primo uomo ad andare in orbita, se oggi si parla di Russia e di Spazio non ci si può non concentrare sulle conseguenze della guerra in Ucraina. Pochi giorni fa, proprio il direttore dell’agenzia spaziale russa Roscosmos ha ammesso che i russi potrebbero ritirarsi dall’ISS, in virtù dei pessimi rapporti tra la Russia e di fatto tutti i Paesi occidentali protagonisti nelle conquiste spaziali, con in testa gli USA. “In ogni caso - mi spiega Matteo - la ISS per ora sta continuando a funzionare proprio perchè frutto del dialogo formato dal consorzio dei vari Paesi aderenti, e la programmazione degli esperimento a bordo sta ancora proseguendo senza interruzioni”.
Le sanzioni hanno dunque provocato un forte scossone per agenzie spaziali come quelle di USA, UE, Canada e Giappone (anche perchè dal 2011 al 2020 la Russia ha fornito agli altri partner i Soyuz, i veicoli spaziali utilizzati per raggungere l’ISS, fino al subentro del veicolo spaziale riutilizzabile di Space X Dragon 2), ma in secondo luogo scateneranno anche un altro effetto piuttosto evidente, riflesso dei legami geopolitici in fieri: così come è probabile un sempre maggior asservimento di Putin nei confronti di Xi Jinping sul lato geopolitico, allo stesso modo anche i programmi spaziali della Russia potrebbero presto affrancarsi - da una posizione subalterna - a quelli cinesi, per quello che è il grande obiettivo di Pechino e Mosca: una vera e propria base sulla Luna entro il 2035.
Mosca-Pechino
Le contrapposizioni a cui stiamo assistendo sulla Terra si tradurranno, probabilmente, anche nello Spazio: se l’equilibrio USA-Cina sarà il probabilissimo trademark mondiale dei prossimi decenni, questo rapporto andrà a influire anche sulla corsa a Luna e Marte. I cinesi sono sempre stati esclusi dalla ISS (la Stazione Spaziale): dopo il successo della missione Shenzhou 5 che nel 2003 rese la Cina il terzo Paese a portare una persona in orbita, gli USA risposero picche alla richiesta cinese di poter accedere al programma ISS ed è per questo che nel 2011 la Cina ha lanciato il modulo Tiangong 1, il primo tassello per la costruzione di una propria Stazione Spaziale in orbita che sta proseguendo modulo dopo modulo.
“La Stazione Spaziale che ha in mente la Cina sarà probabilmente più avanzata dell’attuale ISS - aggiunge Matteo - e in questo scenario Pechino e il Cremlino stanno intensificando dialoghi che già sussistevano prima della guerra in Ucraina”. Da tempo entrambi i Paesi stanno anche cooperando per un possibile insediamento sulla Luna, ma ritardi e tentennamenti mostrano la fragilità che si cela dietro la sicurezza di facciata mostrata da Putin: “Forse il settore spaziale è l’ultimo settore rimasto dove la Russia può ancora cercare di palesarsi agli occhi altrui come una nazione dalla grande reputazione, ma la Cina sta rapidamente recuperando il ritardo accumulato e il vantaggio russo è destinato a consumarsi”.
Rispetto alla guerra in Ucraina, la Cina sta di fatto mantenendo un’ambiguità di facciata per i tanti interessi imprenditoriali in tutto il mondo (la stessa Tesla di Musk ha forti legami con la Cina), ma nonostante ciò la vicinanza russo-cinese per quanto riguarda lo Spazio è una possibilità per nulla remota. Uno degli ultimi esempi è la nuova base di lancio che la Russia sta costruendo a Vostočnyj, in sostituzione dello storico cosmodromo di Bajknour, situato in Kazakistan e che per decenni ha ospitato anche diversi lanci di Soyuz verso la ISS. La nuova base di Vostočnyj si troverà in prossimità del confine con la Cina: una vicinanza geografica che simboleggia la crescente cooperazione tra i due Stati che avverrà anche sui temi spaziali.
La corsa verso Marte rimane complessa, ma ci troviamo in un periodo storico con degli scossoni politici che potrebbero rivelarsi fondamentali per gli assetti spaziali dei prossimi anni. E oggi più che mai “è impossibile non legare quello che sta avvenendo in Ucraina con le previsioni sulle missioni spaziali - conclude Matteo - "Nonostante l’ingresso di Musk e degli altri privati, la guerra rischia di drenare i fondi destinati alle missioni spaziali di tutti gli Stati coinvolti”.
Non solo: la guerra potrebbe aver risvegliato anche la visione di uno spazio come territorio di dominio militare: Russia e Cina hanno recentemente testato sistemi missilistici potenzialmente in grado di oscurare o distruggere dei satelliti in orbita. La stessa Dia (Defense Intelligence Agency) americana sta monitorando il materiale messo in orbita dai due Paesi: l’idea dello Spazio come un luogo dove le tensioni presenti sulla Terra potrebbero ripresentarsi non è così fuori dalla realtà.
👨🚀👨🚀👨🚀
E per finire
La foto più aesthetically pleasing vista di recente:
Questa volta, al posto della consueta newsletter, mi permetto di consigliarti proprio il libro di Matteo Castellucci, pubblicato da poche settimane e per il quale garantisco io: Flop secret. Un romanzo di spionaggio.
Il podcast da non perdere: torniamo sulla Terra con Actually, una produzione Will Media sui grandi cambiamenti digitali e tecnologici che stanno rivoluzionando il mondo in questi anni. E per forza di cose, il nome di Musk è ricorrente:
Se ti è piaciuta questa puntata, condividila sui social ma soprattutto consigliala al tuo barista di fiducia. Puoi anche seguire il profilo Instagram di Mappe qui, e scrivermi via mail se vuoi parlarmi di altri temi connessi a questa puntata.
Grazie e a presto!