Collo di bottiglia
#35 Mappe - Egitto 🇪🇬: attraverso il canale di Suez passa fino al 30% del traffico Internet mondiale. Un collo di bottiglia che presto troverà nelle sue vicinanze il progetto Medusa dell'UE.
Ciao, buona settimana con la 35ma puntata di Mappe, la newsletter che ti parla di storie, culture e persone un Paese alla volta. Ogni due settimane.
I rapporti geopolitici che regolano un terreno così variegato come quello del Mar Mediterraneo sono sempre più labili e complessi.
Non può non pesare l’onda migratoria che da un ventennio circa ha visto arrivare milioni di persone sulle sponde dell’Europa mediterranea - il picco in Italia è stato di 181.000 persone sbarcate nel 2016 -. Un elemento ricorrente, fonte di scontro e più che mai fresco se pensiamo alle tragiche morti avvenute nelle ultime settimane: prima Cutro, poi quella del peschereccio di pochi giorni fa.
Attorno alle immigrazioni e ai tanti movimenti che legano Unione Europea e Nord-Africa ci sono anche le recenti visite bilaterali di Giorgia Meloni e Ursula Von der Leyen in Tunisia. Il contestuale discorso della presidente della Commissione Europea di fronte al primo ministro tunisino Kaïs Saïed è stata l’occasione per ribadire uno dei progetti cardine di inclusione e sostegno che vuole sviluppare l’Unione Europea nei prossimi anni: il progetto Medusa.
Iniziamo.
Internet passa in Egitto
Il Canale di Suez è lungo 193 km: per transitare da un capo all’altro dello stretto, da Suez a Porto Said, ci si impiegano circa 15 ore. Ogni anno, attraverso questo stretto passa circa il 12% del commercio mondiale: ma questo forse lo sapevi già, o forse l’hai scoperto nel 2021, quando il portacontainer Ever Given rimase incagliato e provocò la chiusura del canale per sei giorni.
Ma c’è molto di più, e non è visibile se guardiamo il canale con i nostri occhi: nei fondali dello stretto egiziano passa infatti tra il 17% e il 30% del traffico Internet della popolazione mondiale, attraverso quindici reti di cavi di fibra ottica.
Una breve spiegazione tecnica se, come me, non sapevi cosa fosse: la fibra ottica è una tipologia di cavo costituito da sottili filamenti di vetro puro che consente di trasferire grandissime quantità di dati ad alta velocità.
Addirittura il 97% del traffico Internet mondiale scorre attraverso cavi di fibra ottica sottomarini, e quest’ultimi sono dunque un importantissimo fattore di unione e inclusione tra le diverse aree geografiche collegate attraverso questa tecnologia.
C’è molta curiosità attorno alla modalità con cui questi cavi riescono a essere posati nei fondali marini: questa operazione avviene attraverso le navi posacavi, dotate di vasche di raccolta e macchine adibite alla posa dei cavi. Il primo vero cavo sottomarino transatlantico fu posato dalle primissime navi tra il 1857 e il 1858, permettendo la comunicazione tramite telegrafo tra l’Europa e il Nord America.
Il progetto Medusa
Con questa doverosa premessa si può arrivare a parlare del progetto Medusa (grazie a Luca Misculin per averlo citato nella puntata del weekend di Morning, il podcast del Post).
Nelle dichiarazioni dell’11 giugno a Tunisi, Ursula Von Der Leyen ha fatto menzione di diversi punti cardine con cui l’UE vuole rafforzare i propri legami strategici, economici e sociali con la Tunisia e gli altri Paesi africani affacciati sul Mar Mediterraneo.
Tra sviluppo economico, investimenti, energia, sistemi attuali di migrazione e contatti sociali, la presidente della Commissione Europea ha menzionato il progetto Medusa: l’installazione di un cavo sottomarino in fibra ottica all’avanguardia, capace di collegare cinque paesi UE (Cipro, Francia, Italia, Portogallo, Spagna) con quattro Paesi africani affacciati sul Mediterraneo (Algeria, lo stesso Egitto, Marocco e Tunisia).
Desideriamo modernizzare il nostro attuale accordo commerciale. Vi è un grande potenziale per creare posti di lavoro e stimolare la crescita in Tunisia. […] Il nostro progetto faro, il cavo sottomarino di Medusa, collegherà le due sponde del Mediterraneo. Il cavo Medusa sta portando la banda larga ad alta velocità nella regione, un vero ponte digitale che, entro il 2025, collegherà fino a 11 Paesi del Mediterraneo. Insieme alla Banca europea per gli investimenti, stiamo investendo in questo progetto 150 milioni di euro.
La rete di cavi avrà una lunghezza totale di 7.100 km e comprenderà circa dodici stazioni di approdo. Questo progetto si inserisce a sua volta all’interno del Global Gateway, con cui l’Europa vuole investire in Paesi in via di sviluppo per rafforzare nuove partnership con cui contrastare la nuova Via della Seta, il progetto con cui la Cina mira a estendere la propria influenza in Africa, Asia Occidentale ed Europa.
Come scrive l’ISPI, il Global Gateway e al suo interno il progetto Medusa è il primo, ampio disegno comune che mira a rendere l’UE indipendente dalle avancès economiche e politiche del resto del mondo.
Come è utopico che i diversi sforzi pronunciati in ottica tunisina abbiano un immediato risvolto in quella che è la problematica gestione dell’immigrazione verso le coste europee, è altrettanto utopico che il Global Gateway realizzi veramente i propositi con cui è stato sviluppato il primo piano europeo infrastrutturale di natura globale, vedendo quanto i singoli Paesi strizzino inevitabilmente l’occhio a ovest o a est. Ma spesso è necessario porsi obiettivi quasi irrealizzabili, per riuscire a raggiungerne alcuni di natura intermedia.
Ecco perché sarà interessante valutare i progressi digitali del progetto Medusa all’interno di un modello alternativo di investimenti che interesserà clima, salute, energia e trasporti, per un totale di 300 miliardi di euro entro il 2027. Proporre un modello di sviluppo vero e proprio nei Paesi destinatari attraverso il Global Gateway sarà - o sarebbe - fondamentale sia per l’immigrazione sia per le relazioni commerciali con i Paesi africani affacciati sul Mediterraneo, senza limitarsi a finanziamenti fini a se stessi.
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E per finire
La foto più aesthetically pleasing vista di recente:
Alcune delle cose più interessanti lette negli ultimi giorni: un articolo di due anni fa sul colonialismo italiano, le significative manifestazioni tenutesi in Polonia in vista delle elezioni di ottobre, un interessante articolo sul dominio di Pro Recco nella pallanuoto.
Il podcast da non perdere: Rewind, il nuovo podcast di Factanza Media sul Novecento italiano.
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