Il gradino più basso del podio
#2 Mappe - Nigeria 🇳🇬: nel 2050, la Nigeria sarà il terzo Paese più popoloso al mondo.
Ciao, per il secondo viaggio con Mappe voliamo in Africa: direzione Nigeria!
Uno su tredici
Partiamo da un semplice, ma eloquente, dato: nel 2050 un bambino su tredici nel mondo sarà nigeriano.
Il 2050 è una delle date più significative con cui il mondo attuale sta imparando a dialogare. Non solo perchè coincide con la metà del secolo in corso, non solo perchè per il 2050 è stato fissato l’obiettivo net zero riguardo le emissioni di gas serra (come abbiamo visto nella puntata sul Brasile, l’hai già letta vero?), ma anche perchè nei prossimi tre decenni la popolazione mondiale crescerà a dismisura, affrontando poi una lenta flessione nella seconda parte del secolo.
Ci sono diversi studi e diverse teorie, con i rispettivi margini d’errore, che non riescono a individuare una via unitaria nella lettura dell’andamento demografico dei prossimi decenni. Da un lato l’ONU ha calcolato che entro il 2050 la popolazione mondiale raggiungerà i 9.7 miliardi di persone, salendo di ulteriori 2 miliardi entro il 2100; dall’altro, lo studio realizzato da un team di ricercatori dell’Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME) dell’Università di Washington-Seattle e pubblicato dalla prestigiosa rivista The Lancet (lo puoi trovare qui) mostra come tra ottant’anni il nostro pianeta ospiterà circa 8.8 miliardi di persone, con una considerevole flessione dopo i quasi 10 miliardi toccati alla metà del secolo.
In questo caso non è strettamente importante capire chi potrebbe aver realizzato la proiezione più accurata, quanto notare come entrambe le teorie convergano su un punto focale. Il continente che subirà una crescita e una pressione demografica senza sosta sarà proprio l’Africa, che arriverà rapidamente a essere il continente più popoloso del mondo.
A metà secolo, un bambino su tredici sarà verosimilmente nigeriano e addirittura uno su quattro sarà africano. Una tendenza che nasconde tantissimi opportunità per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, ma anche numeri che rischiano di aggravare le immense oasi di povertà e malasanità così frequenti nel continente nero, con cui i governi attuali devono iniziare a confrontarsi.
Se ti fa piacere puoi consigliare Mappe al tuo barista di fiducia (sì, quello a cui puoi dire: “il solito, grazie!”) e condividere questa nuova puntata:
La Nigeria
Lo Stato africano che sarà più toccato dalla crescita demografica sarà proprio la Nigeria. Settima al mondo per popolazione, oggi la Nigeria è uno dei Paesi più floridi del continente e uno dei più avanzati a livello economico. Insieme a un rapidissimo sviluppo del settore terziario, le riserve di gas e i giacimenti petroliferi sono i pilastri su cui si fonda la sua economia: la Nigeria è il tredicesimo Paese al mondo per produzione di petrolio, il primo sul suolo africano.
Inoltre da qualche anno il Paese si sta espandendo notevolmente, con una rapida urbanizzazione che ha reso il settore delle costruzioni uno dei settori trainanti dell’economia nigeriana, con tantissime opportunità di lavoro e crescita per imprese edilizie e aziende produttrici di mobili e arredamento.
Dalla capitale Abuja a Lagos, l’economia dello Stato in forte crescita e la grande espansione urbanistica vanno a braccetto. Questi aspetti a loro volta sono strettamente collegati alla crescita demografica: già oggi ventiquattro città contano più di centomila abitanti, e i 206 milioni di abitanti attuali quasi si quadruplicheranno (!) entro la fine del secolo.
Tutto questo non nasconde soltanto degli aspetti positivi e incoraggianti. I numeri che renderanno la Nigeria il terzo Paese più popoloso al mondo nel 2050 e il secondo nel 2100 con 796 milioni di abitanti (dietro l’India con 1.1 miliardi e la Cina con 732 milioni) richiederanno naturalmente un drastico aumento della domanda di servizi di ogni tipo: se non si guarderà a tutto questo con la giusta attenzione, queste prospettive potrebbero aggravare contesti di povertà che la Nigeria sta tuttora sperimentando, in particolar modo nella parte più a nord del proprio territorio.
“Houston we have a - potential - problem!”
Non solo la popolazione nigeriana sarà quasi quadruplicata nel giro di circa ottant’anni, ma si stima anche che nel 2050 il 77% della popolazione nigeriana vivrà in aree urbane, che potranno sopportare questo tipo di pressione solo attraverso notevoli miglioramenti in tecnologie e infrastrutture. Inoltre, si abbasserà via via la soglia dell’età media - nel 2050 la metà degli abitanti dell’Africa subsahariana avrà meno di 26 anni - con la conseguenza di vedere il rapporto tra popolazione inattiva e lavoratori attivi sempre sfavorevole, nonostante l’aumento del numero di abitanti.
Senza i corretti interventi governativi è possibile che alla crescita demografica non corrisponderanno il giusto benessere economico e la necessaria varietà di opportunità lavorative: questo è chiaramente un problema ancor più impellente in tanti altri Paesi africani, dove oggi la crescita economica è pressochè inesistente e in alcuni dei quali sono in corso guerre che stanno minando le condizioni di vita di intere popolazioni, ma può diventare una seria questione anche per la Nigeria.
Ad esempio, il governo attuale presieduto da Muhammudu Bahari sta di fatto ignorando simili prospettive: nei piani di governo del 2022 presentati alla fine dello scorso anno non è menzionato alcun programma di investimento sulla pianificazione familiare, sulla riduzione della natalità e su un maggior accesso ai contraccettivi per ragazzi e ragazze.
Una negligenza che si ritrova anche nel 5% del budget totale destinato alla sanità, dopo che nel 2001 i leader africani avevano ratificato un accordo per destinare costantemente il 15% a questo settore, nella cosiddetta Dichiarazione di Abuja. Il governo nigeriano è oggi uno dei tanti che sta continuando a non destinare le dovute risorse al settore medico e sanitario: la salute in Africa continua a non essere un diritto a cui ha facilmente accesso la maggiorparte della popolazione, la presenza di personale sanitario è irrisoria in confronto ai numeri di un continente che entro la fine del secolo diverrà il più popoloso e giovane del mondo, e infine diverse malattie che sarebbe prevenibili in altri contesti mondiali continuano così a essere causa di morte.
La Nigeria è anche balzata sulle prime pagine della stampa internazionale nel corso del 2020 in seguito alle numerose proteste della popolazione contro la SARS, unità speciale della forza di polizia nigeriana, accusata di abuso di potere e violazione dei diritti umani. A fronte dell’innumerevole aumento demografico dei prossimi anni e, soprattutto, con la quota sempre più alta di persone che andrà ad affollare i centri urbani, per i governi sarà fondamentale adottare politiche e comportamenti che assicurino la dovuta protezione dei cittadini e delle loro libertà, preoccupandosi di limitare disordini sociali e violazioni, di garantire il rispetto dei diritti umani e un maggior accesso ai servizi sanitari, all’istruzione e alla tecnologia. La questione è puramente matematica: se con un certo numero di persone la gestione di tali problematiche è inefficiente, quando la popolazione si duplicherà o triplicherà sarà più complicato prevenire e risolvere questo tipo di situazioni.
Un cocktail pericoloso
Abbiamo bisogno di un altro numero? Nell’Indice di sviluppo umano (non è altro che la media di tre indici di base per andare a valutare il benessere di una popolazione: aspettativa di vita, istruzione e reddito) gli ultimi 17 posti sono attualmente occupati proprio da 17 Paesi africani. In questi contesti, quasi la metà della popolazione vive in povertà e senza le cure sanitarie adeguate. Nei prossimi decenni molti Paesi africani saranno tra i primissimi al mondo per crescita demografica, con la Nigeria in testa: se le condizioni di vita, di lavoro e di salute faranno pochi passi in avanti, la situazione si aggraverà inevitabilmente.
I governi africani, a maggior ragione quello nigeriano che si trova oggi in un contesto economico e sociale più avanzato rispetto ai tanti Paesi confinanti, dovranno rapidamente far fronte con numeri e prospettive di questo calibro. Sarà importante creare le giuste opportunità di lavoro, insieme all’intervento dei principali Paesi mondiali, interessati a loro volta al miglioramento delle condizioni di vita in Africa. Sarà necessario investire fortemente in infrastrutture di base (acqua, servizi igienici, istruzione) e capitale umano.
L’esorbitante crescita demografica mischiata alla modesta crescita economica di diversi Paesi africani, alle esigenze di creare lavoro e garantire i servizi di base rischia di trasformarsi in un cocktail pericoloso. Le opportunità e le prospettive positive non mancano, ma servono azioni e piani governativi adeguati ai cambiamenti sociali dei prossimi decenni. C’è molto da fare, a partire dalla Nigeria.
🇳🇬🇳🇬🇳🇬
E per finire
La foto più aesthetically pleasing vista di recente:
Il podcast da non perdere: la puntata di Storie di Geopolitica, prodotto a cui sono piuttosto affezionato, proprio su demografia e popolazione, su quello che vedremo con i nostri occhi nei prossimi anni.
Se sei arrivato/a fino a qui… complimenti per il coraggio!
Puoi seguire Mappe su Instagram oppure scrivermi una mail se a tua volta vuoi parlarmi di culture, storie e persone. E se ancora non ti sei iscritto/a:
Grazie e a presto!