No ai girasoli
#46 Mappe - Kirghizistan 🇰🇬: il Paese dell'Asia Centrale ha cambiato bandiera. Nella sua cultura il girasole è simbolo di servilismo.
Ciao, buon martedì!
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Un Paese alla volta. Significa che non si fanno sconti, e che amici, conoscenti e fedeli iscritti di Mappe ogni tanto si prendono la briga di segnalarmi notizie e spunti da ogni angolo del mondo.
Ad esempio, questo weekend sono stato avvisato da un lettore di Mappe (grazie Gianluca!) che il Kirghizistan ha cambiato la propria bandiera. Hai letto bene, e dietro questa scelta si nasconde qualche considerazione interessante: la prima è che per deformazione professionale mi ricordavo a memoria la sua capitale, Biškek.
Sei nel posto giusto: Mappe è la newsletter - spero l’unica - che in un freddo martedì mattina di dicembre ti parla di Kirghizistan. E so che le vuoi bene anche per questo.
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Cambio bandiera
“Come si cambia per non morire” cantava Fiorella Mannoia, ed è un po’ quello che aveva fatto la Macedonia nel Nord: ne avevamo parlato qui su Mappe più di un anno fa, sottolineando come il Paese aveva dovuto accettare di modificare il proprio nome ufficiale in ‘Repubblica della Macedonia del Nord’, in virtù delle ostilità della Grecia.
A qualche migliaio di km di distanza, anche il Kirghizistan si è trovato a fare una scelta di grande importanza per la propria storia e identità, optando per un leggero cambiamento della propria bandiera.
URSS e girasoli
Non è una scelta stilistica, estetica o casuale. Il disegno e i quaranta raggi che vedi all’interno della bandiera del Kirghizistan vengono spesso scambiati per un girasole, un fiore che nella cultura locale è simbolo di servilismo.
La bandiera era stata adottata nel 1992, dopo il raggiungimento dell’indipendenza dall’URSS. I suoi vicini dell’Asia Centrale avevano ottenuto il medesimo risultato soltanto pochi mesi prima: Uzbekistan, Turkmenistan e Tagikistan nel 1991, il Kazakistan già nel 1990.
E così il presidente kirghiso Sadir Japarov e altri 65 deputati si sono espressi, a fine novembre, a favore del cambio del disegno sulla bandiera, mentre 8 deputati si sono espressi contro. La modifica è in realtà impercettibile: i raggi dovrebbero assomigliare a quelli del sole, senza ricordare le sembianze di un girasole.
La notizia è piuttosto significativa proprio in relazione al legame storico tra Kirghizistan e Russia: la scelta sembra essere un chiaro ribadire il proprio status di indipendenza.
Allo stesso tempo, la notizia arriva proprio nei giorni in cui alcuni giornalisti ed economisti hanno rilevato uno spropositato aumento (si parla del +5500% da quando la Russia ha invaso l’Ucraina soprattutto per veicoli, componenti e parti di ricambio) delle esportazioni di beni dalla Germania al Kirghizistan, come rileva Trading Economics. Non servono delle teorie illuminate per pensare che questo aumento sia un tentativo di aggirare il blocco delle esportazioni europee verso la Russia.
A ciò si aggiunge che il Kirghizistan è stato la sede del primo viaggio di Vladimir Putin, il 12 ottobre, da quando è stato emesso un mandato di arresto dalla Corte Penale Internazionale. Dietro ai girasoli, il legame con la Russia è piuttosto radicato.
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E per finire
La foto più aesthetically pleasing vista di recente:
Alcuni articoli letti negli ultimi giorni: cosa aspettarci dalla COP28 ospitata dagli Emirati Arabi Uniti, uno dei principali esportatori di petrolio e gas naturale; Henry Kissinger ha avuto a che fare anche con il mondo del calcio; il referendum con cui il Venezuela vuole annettere la regione Guyana Esequiba; il primo sms compie 31 anni.
Il podcast da ascoltare mentre sei in coda in macchina: Comodino, il podcast sui libri de Il Post, con Ludovica Lugli e Giulia Pilotti.
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Grazie e a presto!
Ciao. Intanto complimenti come sempre. Sono un po' confuso. Da un lato mi sembra di capire che con il cambio di bandiera il Kirghizistan stia affermando l'indipendenza dalla Russia. Dall'altro invece l'ingresso di beni dalla Germania significa che sono una sorta di passaggio per l'Europa per commerciare con la Russia e Putin la visita? In questo caso si può dire che il paese mantenga ancora relazione di sottomissione nei confronti della Russia o sta semplicemente adottando una politica capitalistica per cui può monetizzare sulle tasse di transito?