Operazione Doppelgänger
#94 Mappe - Germania 🇩🇪: il vento della disinformazione che ha accompagnato le elezioni federali tedesche. Con Alessandro Sahebi.
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Est vs Ovest
L’inizio della scorsa settimana ha visto l’ufficializzazione dei risultati delle elezioni federali tedesche, tenutesi dopo il voto di sfiducia del Parlamento tedesco all’ex cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz, risalente a dicembre.
Partiamo subito dai risultati, per arrivare poi al vento della disinformazione che ha accompagnato l’avvicinamento delle elezioni nel Paese più cruciale per l’equilibrio economico e politico dell’Europa e le sue istituzioni. Per farlo, mi sono fatto aiutare dall’ospite di questa puntata: il giornalista Alessandro Sahebi.
Tra le evidenze principali che sottolinea fin da subito proprio Sahebi, c’è indubbiamente il grosso divario di votazione tra Germania Ovest e Germania Est, fedele specchio di un’enorme distanza economica e culturale.
Come si nota dalla mappa sottostante, la Germania Est - in azzurro - ha “scelto” AfD - il partito di estrema destra tedesco -, mentre a Ovest - in nero - ha prevalso la coalizione CDU-CSU guidata da Friedrich Merz, il probabile prossimo cancelliere.
Germania Est e Ovest assomigliano al Nord e Sud in Italia: hanno un grande divario economico e storico. A ciò, si aggiunge anche una scelta di natura politica: il voto per Alternative für Deutschland è un voto di risentimento, riversato contro lo status quo, e non da leggere in ottica xenofoba.
Resta emblematico come sia un voto prettamente di protesta che arriva dalla porzione meno abbiente del Paese: chi dovrebbe teoricamente scegliere un partito di sinistra, che tenta di emancipare le persone, ha invece optato per la destra.
All’interno di un’elezione che ha registrato una straordinaria affluenza - attorno all’84% -, il divario tra Ovest e Est conserva molte delle risposte sulle diverse anime politiche della Germania, e sul perché AfD abbia avuto questo successo nella porzione orientale, più operaia e meno multiculturale del Paese.
Operazione Doppelgänger
Più che soffermarci sui risultati, trovo più interessante approfondire la dilagante disinformazione che ha avvolto la Germania negli ultimi anni, fino ad arrivare alle ultime elezioni politiche.
Dal 2022, la Germania è infatti il bersaglio dell’operazione di disinformazione russa denominata Operazione Doppelgänger: il termine tedesco significa “doppio”, “sosia” e il progetto iniziale mirava a creare falsi articoli che venivano associati alle principali testate occidentali del Paese.
Dai primi articoli fake che dipingevano positivamente l’intervento russo in Ucraina, successivamente l’operazione russa si è diretta anche in Francia - contro testate e ministeri francesi - e in Italia, contro l’agenzia ANSA.
La prima realtà a smascherare l’intero macchinario è stata EU Disinfo Lab, attraverso questa inchiesta che rivelava la presenza di articoli con domini simili a quelli delle principali testate nazionali.
Storm-1516
La prosecuzione dell’Operazione Doppelgänger è ben tangibile nelle settimane precedenti alle elezioni tedesche: in questo caso il nome da attenzionare è Storm-1516, un altro gruppo propagandista russo.

I loro siti di informazione sono gestiti da Valery Korovin, al comando del Center for Geopolitical Expertise di Mosca: dopo aver avuto gli USA nel mirino - con contenuti fake veicolati contro Kamala Harris -, negli ultimi mesi il gruppo ha iniziato a mettere in rete diversi video falsi di politici tedeschi appartenenti alla sfera di centrosinistra.
Una presunta villa a Los Angeles di Olaf Scholz, un presunto abuso sessuale da parte del candidato dei Verdi Robert Habeck: a smascherare l’intero sistema è un reportage d’inchiesta della testata indipendente Correctiv.
Come si legge nell’inchiesta, la Germania è stata avvisata a novembre di questi possibili rischi in vista delle elezioni, e sono stati riconosciuti diversi siti ancora non utilizzati per diffondere la fake news, ma già ben preparati e funzionanti.
I contenuti sono costruiti su modello di testate di destra o blog pro-Russia, esattamente come fatto nei mesi precedenti in direzione di Kamala Harris e Tim Walz. Uno dei principali fautori dell’operazione Storm-1516 - si legge da Correctiv - è John Mark Dougan, ex-poliziotto della Florida e oggi disinformatore direttamente dalla Russia.
Elon Musk
Un altro volto che ha soffiato sul vento di disinformazione è sicuramente Elon Musk. Come abbiamo scritto su Mappe nelle ultime settimane, il “co-presidente” americano e a capo del dipartimento DOGE pensa ogni giorno, con estrema ossessione, a quanto avviene fuori dagli USA, soprattutto in Europa.
Il motto “Make Europe Great Again” e le sue numerose incursioni sugli affari europei - in Italia a favore di Meloni, contro Keir Starmer in Regno Unito - si sono dirette anche in Germania, appoggiando la candidatura alle elezioni di Alice Weidel, capogruppo di AfD.

Su modello della disinformazione dilagante su X - di cui è divenuto proprietario per ben 44 miliardi di dollari -, anche l’appoggio di Musk per la candidatura di AfD si è contraddistinto per diverse falsità.
Ad esempio, nella chiacchierata del 10 gennaio tra Weidel e Musk in livestream su X, la leader di AfD ha definito Hitler come un comunista antisemita, mentre Musk ha definito il partito con simpatie naziste come “libertario”. Nell’intervento del 25 gennaio di Musk al comizio di AfD, così come nella conferenza di Monaco del vicepresidente americano J.D. Vance, l’antifona non è cambiata.
Per la cronaca, il 20,8% conquistato da AfD alle elezioni politiche è un dato decisamente positivo ma in linea con i sondaggi realizzati prima che Elon Musk si spendesse in maniera prorompente per il partito di estrema destra tedesco.
Inoltre, AfD e Die Linke - partito di sinistra - sono le due realtà politiche più votate dai giovani tra i 18 e i 24 anni: una scelta significativa ma, come spiega Sahebi, in linea con il passato.
Tradizionalmente il voto dei giovani è più “sanguineo” degli anziani conservatori. Oggi l’estremismo funge da tentativo di cambiare lo stato attuale delle cose, mentre l’establishment e i partiti più centristi non si occupano dei problemi concreti delle persone.

Regola del tre per cento
Su questo solco, Sahebi mi ha fornito un’interessante chiave di lettura su un altro tipo di disinformazione, sottaciuta da diversi anni: quella realizzata dagli stessi leader europei in direzione dei cittadini, e che sta orientando diversi risultati elettorali che si verificano da almeno un decennio in Europa.
Tutto nasce dalla cosiddetta “regola del tre per cento”: è un complesso di regole articolato che arriva dal Trattato di Maastricht del 1992, dove i dodici membri dell’allora Comunità Europea definirono i pilastri economici dell’Europa del futuro.
Tra questi, si stabilì che ogni Stato membro dell’Unione non avrebbe dovuto registrare dovrebbe un debito pubblico superiore al 60 per cento del PIL e un deficit superiore al 3 per cento del PIL. Due numeri stabiliti sulla base degli indicatori dell’epoca, ma che incredibilmente non sono ancora stati aggiornati a trent’anni di distanza.
L’Europa ha aderito, fin da quel momento, a un’ideologia di austerity e di tagli ai servizi pubblici in virtù della regola del tre per cento.
Per decenni, politici e tecnici hanno affermato di dover attenersi a questo progetto, mentre le altre potenze ed economie emergenti del mondo - USA, Cina, Iran, India, Brasile, Nigeria - si sono orientate verso crescita e innovazione. Tutto ciò ha avuto dei decisi impatti sul benessere - in declino - delle persone, che in assenza dei “frutti” delle politiche di sacrifici e tagli si stanno ribellando all’establishment.
Anche quanto avvenuto nell’ultimo trentennio di istituzioni europee è ascrivibile a disinformazione, con Elon Musk e Russia che hanno raccolto i semi dell’insoddisfazione della popolazione.
Nonostante le elezioni tedesche abbiano visto una sostanziale conferma dell’establishment - virando semplicemente dal Partito Socialdemocratico di Scholz al centro-destra guidato da Merz - le contingenze che arrivano da Stati Uniti, Russia e Cina potrebbero imporre dei cambi repentini in ciò che significa e può determinare l’Unione Europea:
L’UE ha abbattuto diverse frontiere, ma oggi è anche sinonimo di istituzioni poco utili, dove in alcune di queste - la Commissione Europea - manca un’elezione popolare.
Da accordo principalmente economico, è auspicabile che la sensazione di sentirsi circondati possa spingere l’Unione a tramutarsi in qualcosa di più, specialmente se questa trasformazione venisse veicolata da un movimento politico di carattere sociale e non elitario-istituzionale.
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E per finire
La foto più /aesthetically pleasing/ vista di recente:

Alcuni articoli letti in questi giorni:
Gerry Kasparov - sì, l’ex campione del mondo di scacchi - parla della “Putinization of America”, su The Atlantic
La mancanza di vita affettiva e sessuale in carcere, su Lucy sulla Cultura
Perché i grattacieli di Londra hanno forme strane, su Art Tribune
La puntata di Mappe da rileggere: rimanendo nello scenario politico europeo, in una puntata di due anni fa avevamo parlato con Lorenzo Pregliasco, fondatore di Youtrend, di Spagna 🇪🇸 e della “svolta a destra” verso cui si sta dirigendo l’Europa.
Il podcast da ascoltare mentre sei in coda: questa chiacchierata tra Rkomi e Nicola H. Cosentino, a mio modesto parere, prova a perseguire la stessa “missione” di Mappe. Parlare e riflettere di temi e attualità provando ad allontanarsi dalla bulimia informativa di ogni giorno. Consigliatissima.
Qualche settimana dopo
Una nuova mini-rubrica in cui, dopo un po’ di tempo, facciamo un follow-up su uno dei Paesi e temi trattati nelle precedenti puntate.
Pochi giorni fa è scomparso, a 88 anni, il russo Boris Spassky: è stato uno dei più forti giocatori di scacchi di tutti i tempi, passato alla storia per aver preso parte alla cosiddetta “partita del secolo” contro l’americano Bobby Fischer.
Si era tenuta nel 1972 a Reykjavik, e ne avevamo parlato a lungo in questa bellissima puntata sull’Islanda 🇮🇸 insieme a Leonardo Piccione.
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Tema importantissimo. La disinformazione sfortunatamente trova tante persone impreparate...
Una nota: la commissione europa è confermata dal voto del parlamento europeo, a elezione diretta, un po' come il consiglio dei ministri in Italia deve avere la fiducia del parlamento. Più che altro la presenza di Parlamento, Commissione, Consigli vari può creare confusione e dare quell'idea di istituzioni inutili (ma ognuna ha una sua funzione).