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L'esperienza più atroce che ho vissuto nelle 48 ore successive alla gioia incontenibile per questo successo, è quella di provare a immedesimarmi in Medvedev, che la stessa finale l'ha perso in circostanze analoghe. Non riesco a definire quale sconfitta gli deve essere sembrata più surreale, se quella con Nadal o quella con Sinner; ho immaginato l'angoscia, e poi la disperazione quando la comfort zone perfetta che si è creato (sembrando praticamente ingiocabile per due set e mezzo in entrambe le partite) ha cominciato a smontarsi sotto i suoi piedi.

Umanamente non ce la faccio a non augurargli di prendersi la sua rivincita in questo torneo.

Grazie del bel post Andrea 🙏

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Grazie a te Lorenzo. Non ho usato casualmente il termine "sollievo" al posto che "gioia" per parlare della vittoria, proprio perché intuisco proprio come - a quei livelli di agonismo - raggiungere il culmine sia spesso un'angoscia, un'ossessione piuttosto che un sano traguardo a cui ambire. Condivido in pieno quello che hai detto su Medvedev, che tra l'altro è un personaggio positivissimo.

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