#50 Mappe - Australia 🇦🇺: Jannik Sinner è il primo tennista italiano a vincere un torneo Slam dopo 48 anni. Bastano queste parole per raccontare una delle pagine più epiche del nostro sport.
L'esperienza più atroce che ho vissuto nelle 48 ore successive alla gioia incontenibile per questo successo, è quella di provare a immedesimarmi in Medvedev, che la stessa finale l'ha perso in circostanze analoghe. Non riesco a definire quale sconfitta gli deve essere sembrata più surreale, se quella con Nadal o quella con Sinner; ho immaginato l'angoscia, e poi la disperazione quando la comfort zone perfetta che si è creato (sembrando praticamente ingiocabile per due set e mezzo in entrambe le partite) ha cominciato a smontarsi sotto i suoi piedi.
Umanamente non ce la faccio a non augurargli di prendersi la sua rivincita in questo torneo.
Grazie a te Lorenzo. Non ho usato casualmente il termine "sollievo" al posto che "gioia" per parlare della vittoria, proprio perché intuisco proprio come - a quei livelli di agonismo - raggiungere il culmine sia spesso un'angoscia, un'ossessione piuttosto che un sano traguardo a cui ambire. Condivido in pieno quello che hai detto su Medvedev, che tra l'altro è un personaggio positivissimo.
L'esperienza più atroce che ho vissuto nelle 48 ore successive alla gioia incontenibile per questo successo, è quella di provare a immedesimarmi in Medvedev, che la stessa finale l'ha perso in circostanze analoghe. Non riesco a definire quale sconfitta gli deve essere sembrata più surreale, se quella con Nadal o quella con Sinner; ho immaginato l'angoscia, e poi la disperazione quando la comfort zone perfetta che si è creato (sembrando praticamente ingiocabile per due set e mezzo in entrambe le partite) ha cominciato a smontarsi sotto i suoi piedi.
Umanamente non ce la faccio a non augurargli di prendersi la sua rivincita in questo torneo.
Grazie del bel post Andrea 🙏
Grazie a te Lorenzo. Non ho usato casualmente il termine "sollievo" al posto che "gioia" per parlare della vittoria, proprio perché intuisco proprio come - a quei livelli di agonismo - raggiungere il culmine sia spesso un'angoscia, un'ossessione piuttosto che un sano traguardo a cui ambire. Condivido in pieno quello che hai detto su Medvedev, che tra l'altro è un personaggio positivissimo.