Otto scatti per raccontare Papa Francesco
#102 Mappe - Città del Vaticano 🇻🇦: la missione umana - ancor prima che religiosa - di Jorge Mario Bergoglio.
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Il mio rapporto con la fede e la Chiesa è piuttosto complesso, a tratti faticoso, spesso timoroso e instabile. Anche per questo, negli ultimi anni mi sono approcciato alla figura di Papa Francesco in chiave più umana, che religiosa.
Nei suoi dodici anni di pontificato mi è difficile tracciarne l’impatto in termini “sacri” - per quanto più riconducibile all’innovazione e allo svecchiamento dell’istituzione che ha rappresentato -, mentre la sua attenzione verso gli ultimi, i migranti e le guerre mi sembra decisamente più tangibile. Ha cercato di ricoprire un ruolo attivo nelle principali crisi sociali e politiche che circondano la nostra epoca.
Con questa premessa, proviamo a ricostruire la sua figura attraverso otto scatti. Non solo come primo Pontefice proveniente dal continente americano, ma anche come volto perfettamente inserito nel contesto contemporaneo.
Buenos Aires
La prima, iconica foto che riguarda Papa Francesco - allora Jorge Mario Bergoglio - risale al 2008, nella metropolitana di Buenos Aires. In quel momento era l’arcivescovo della capitale dell’Argentina, Paese dove ha trascorso la maggior parte della sua vita e dove - curiosamente - non si è più recato dopo essere diventato Pontefice.
Seppur arcivescovo, questo scatto - immerso tra i cittadini argentini - testimonia la sua volontà di presentarsi come persona comune, umile, sullo stesso livello degli altri.
San Lorenzo
Se la figura di Papa Francesco è stata umana, tremendamente umana, lo si deve anche alla sua smodata passione per il calcio: è stato un grande tifoso del San Lorenzo, club argentino di cui mostra lo stemma in foto.
La vicinanza al calcio - “la cosa più importante delle cose meno importanti”, come disse Arrigo Sacchi, un’affermazione calzante soprattutto in Argentina - passa anche dagli scatti che lo ritraggono con Maradona, e da una clamorosa coincidenza: Papa Francesco è morto a 88 anni, alle 2.35 argentine. Le cinque cifre, messe in sequenza, sono le stesse riportate sulla sua tessera da socio del San Lorenzo.
La pandemia
Tra le tante criticità del nostro tempo, il pontificato di Papa Francesco si è contraddistinto anche per la fede e speranza che ha tentato di infondere durante la pandemia.
I tanti scatti che lo ritraggono a Piazza San Pietro, a pregare in un contesto totalmente privo di persone, sono indubbiamente iconici. Io ho scelto, però, un altro momento: Papa Francesco che passeggia su una Via del Corso pressoché deserta, a Roma, insieme alle guardie pontificie, a una persona in bicicletta e - sullo sfondo - un’altra persona insieme al proprio cane. Un’istantanea irripetibile, risalente ai primi mesi della pandemia.
Mosul e ISIS
Iraq, migrazioni e Gaza: l’attivismo di Papa Francesco nelle guerre più cruente e nei temi più dibattuti dell’ultimo decennio si può leggere attraverso queste tre istantanee.
La prima - qui sopra - risale al 7 marzo 2021, quando si recò in preghiera a Mosul, cittadina irachena simbolo della violenza dello Stato Islamico nello scorso decennio: caduta nelle mani dell’ISIS nel 2014, venne liberata dall’esercito iracheno nel 2017. La visita del Papa fu fortemente simbolica, nel giorno successivo all’altrettanto emblematico incontro con il Grande Ayatollah Ali al Sistani.
Il Papa dei migranti
La seconda immagine che parla dell’attiva presenza nella società di Papa Francesco racconta il suo primo viaggio pontificio: a Lampedusa, l’8 luglio 2013. Uno degli hotspot europei più critici per quanto riguarda l’immigrazione.
I movimenti migratori nel Mar Mediterraneo sono stati destinatari di una particolare attenzione da parte del Papa in tutto il suo pontificato: si spese fin dal primo giorno contro la “schifosa, peccaminosa e criminale esclusione dei migranti”. Una presa di posizione non scontata, parlando della questione che più ha diviso la comunità europea nell’ultimo decennio. Contro i muri, a favore dei ponti.
Popolazione palestinese
E tre, Gaza: anche di fronte ai bombardamenti israeliani, Papa Francesco si è schierato - fin da subito, e ripetutamente - contro il genocidio della popolazione palestinese.
Quasi ogni sera, per oltre un anno e mezzo, Papa Francesco ha mantenuto un contatto telefonico con padre Gabriel Romanelli, che guida l’unica parrocchia cattolica di Gaza City.
La foto che hai appena visto ritrae Papa Francesco a Betlemme, nel 2014, presso il muro di separazione che divide gli israeliani dai territori palestinesi in Cisgiordania.
Pope and Humor
Come ti ho anticipato, è il versante umano di Papa Francesco quello che mi ha richiamato maggiormente.
Cosa c’è di più umano e naturale di una risata? Da qui, nel giugno del 2024 è arrivata l’organizzazione da parte del Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede di un’udienza - rinominata “Pope and Humor” - con Papa Francesco e diversi comici provenienti da tutto il mondo.
Un incontro ripercorso dal comico Saverio Raimondo su Il Foglio, una mattinata dove Jimmy Fallon, Chris Rock e Valerio Lundini - tra gli altri - si sono trovati a chiacchierare insieme al Papa. Peccato per l’assenza di Daniele Tinti e Stefano Rapone, ma resta un momento anche emblematico della mediaticità che ha contraddistinto il pontificato di Papa Francesco.
Pugni e istantanee
Scardinando la presupposta perfettibilità religiosa, la grande umanità di Papa Francesco si rivede anche attraverso istantanee facciali “imperfette”, come quella che puoi vedere qui sopra.
Un pugno accennato che non dovrebbe adattarsi alla missione di pace della Chiesa, e che invece richiama un’espressione che tutti noi abbiamo assunto almeno una volta nella vita. Fa il pari con il “se uno dice una parolaccia contro la mia mamma, lo aspetta un pugno” pronunciato - scherzosamente - su un volo verso le Filippine nel 2015, il fastidio per il vento durante le udienze generali in Piazza San Pietro, il leggero schiaffo sferrato a una fedele colpevole di avergli stretto la mano troppo a lungo.
Quello che rimane di Jorge Mario Bergoglio, ancor prima di Papa Francesco: una figura decisamente e sfacciatamente umana.
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E per finire
La foto più /aesthetically pleasing/ vista di recente:

La puntata di Mappe da rileggere: gli otto scatti con cui Mappe aveva celebrato la Regina Elisabetta, nella puntata sul Regno Unito 🇬🇧.
Alcuni articoli letti in questi giorni:
La complessa figura di Papa Francesco, nella newsletter di Alessandro Sahebi
Il mondo del calcio, consapevolmente attorniato dalle scommesse, su Lucy
Trump, Xi Jinping e una guerra commerciale persa in partenza, su Il Post
La centralità geopolitica dell’Artico, su Linkiesta
Il podcast da ascoltare mentre sei in coda: Terra Bruciata, il podcast condotto dalla giornalista Elena Basso che parla dei danni prodotti da consumismo e capitalismo, in Sudamerica.
Qualche settimana dopo
Una nuova mini-rubrica in cui, dopo un po’ di tempo, facciamo un follow-up su uno dei Paesi e temi trattati nelle precedenti puntate.
Soltanto da poche ore e a circa quattro mesi di distanza dalle prime conferme sul campo, la Russia ha parlato apertamente della presenza di soldati nordcoreani a supporto dell’invasione in Ucraina, in particolar modo a Kursk.
Avevamo parlato degli oltre diecimila soldati inviati dal regime di Kim Jong-un nella prima puntata di Mappe sulla Corea del Nord 🇰🇵, attraverso isolazionismo e accesso alla pornografia.
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Quella foto forse non entrerà nei libri di storia, ma di sicuro è entrata nel repertorio dei meme!