Una linea verso il futuro
#21 Mappe - Arabia Saudita 🇸🇦 : entro il 2030 dovrebbe nascere The Line, la città del futuro. Lunga 170 km, larga solo 200 metri e totalmente carbon neutral: tra innovazione e contraddizioni.
Ciao, buona domenica e bentornato/a su Mappe!
Mappe è la newsletter che ogni due settimane ti porta a scoprire storie, culture e persone. Un Paese alla volta. E che per qualche strano motivo ha deciso di sostare in Medio Oriente: dopo il Qatar, oggi è il turno dell’Arabia Saudita.
L’espressione “il futuro è oggi” mi ha sempre lasciato abbastanza dubbioso, considerandola non sempre veritiera. Non tutto quello che pensiamo, facciamo e costruiamo oggi è pensato per il domani, non può esserlo per forza di cose.
Nel mondo dell’innovazione urbanistica, però, questo periodo è più che mai florido: capire oggi e costruire oggi delle città del futuro che siano in linea con quanto richiede il mondo di domani - impatto ambientale tendente allo zero, un totale ripensamento della mobilità, le città dei 15 minuti a servizio dei cittadini - è assolutamente decisivo. Da anni ci sono numerosi esempi di progettazione e costruzione di stadi, palazzi e intere città avveniristiche, incredibilmente tecnologiche e già proiettate al futuro. Quello che però non si era ancora visto era ciò che sta per essere costruito in Arabia Saudita: il progetto The Line.
Un brevissimo recap prima di iniziare: se ti piace Mappe lascia un bel like alla puntata e condividi la newsletter al tuo barista di fiducia. Sì, proprio quello a cui puoi chiedere senza titubanze “il solito, grazie!”.
Puoi seguire Mappe su Instagram, ma soprattutto puoi iscriverti: è gratis!
Una linea di 170 km
The Line è il nome più in voga sulla bocca di tutti gli appassionati di innovazione urbanistica. Non solo: sta diventando un tema sempre più discusso e approfondito da appassionati di tecnologia, infrastrutture e temi ambientali, perchè The Line impatterà su ognuno di questi ambiti in una maniera mai vista prima.
Stiamo parlando di una vera e propria città-striscia voluta dal principe ereditario saudita Mohammed Bin-Salman, e per la quale proprio nei giorni scorsi sono iniziati i primi scavi. La città sorgerà nella regione Neom - un’intera area costruita da zero e che sarà inaugurata nel 2025 all’interno del quadro strategico Saudi Vision 2030 - e avrà delle caratteristiche mai viste prima d’ora: il progetto parla infatti di una linea di ben 170 km, larga soltanto 200 metri, all’interno del quale saranno racchiusi tutti i servizi possibili e immaginabili che contraddistinguono le città odierne. All’interno di questo spazio apparentemente angusto (soltanto 34 km quadrati) si stima che possano vivere ben 9 milioni di residenti: gli stessi abitanti di Roma e Sydney messi insieme.
Passato e futuro
“Che immagine avveniristica, è il progetto di The Line?”
Quasi. Questa foto veniva pubblicata nel 1928 sulla rivista Popular Mechanics, e raffigurava quella che si pensava sarebbe stata un’ipotetica città del futuro. Pur avendo stravolto il paradigma con cui sono e saranno concepite le città, è straordinario vedere come alcuni concetti presenti in questa foto saranno effettivamente applicati a The Line.
Il cambio paradigmatico riguarda soprattutto il rapporto tra città e persone: se cent’anni fa si pensava alle città del futuro come a contenitori sempre più grandi dove sempre più persone potevano affluire per usufruire di qualsiasi tipo di servizi, le città che stiamo iniziando a progettare dall’inizio degli anni Duemila sono degli agglomerati sempre più “scomposti”, con piccoli centri urbani all’interno di una macro-città dove ognuno può usufruire dei servizi di cui necessità nel minor tempo possibile. La città dei 15 (anzi 5) minuti, appunto.
Seppur quest’immagine sia stata disegnata con una teoria appartenente al passato, The Line risponde perfettamente all’idea di città verticale presente in foto. Non solo estremamente stretta ed estremamente lunga: per contenere tutti i servizi necessari, The Line dovrà svilupparsi per circa 500 metri lungo l’asse verticale, all’interno del quale la città sarà divisa tra trasporti, unità abitative, luoghi lavorativi e tutte le altre risorse richieste.
Un progetto eccezionale
Hai presente tutti quei servizi che oggi definiamo comunemente come “smart”, “intelligenti”? Ecco, non è sbagliato farlo, ma è possibile che non appena The Line vedrà la sua nascita - prevista per il 2030 - dovremo rivedere alcuni termini con cui oggi ci riferiamo a tecnologie estremamente innovative.
The Line intanto non prevederà macchine al proprio interno e sarà totalmente carbon-neutral: le fonti energetiche saranno quella eolica, quella solare e l’idrogeno. I servizi di mobilità garantiranno alle persone di potersi spostare da un estremo all’altro in soli venti minuti con trasporti in superficie, mentre la maggiorparte degli altri spostamenti sarà garantita nella parte sotterranea. L’altra questione veramente fondamentale riguarda i 5-minute services: le persone avranno la possibilità di raggiungere i servizi di cui necessitano nello spazio di cinque minuti a piedi, andando a rispondere a quell’esigenza di “scorporamento cittadino” di cui abbiamo parlato in precedenza. Una città lunga 170 km divisa al suo interno in moduli estremamente piccoli e concentrati di tutto ciò che serve ai cittadini per mangiare, lavorare, divertirsi, muoversi.
La città sarà ricoperta sui due lati da una facciata specchiata, che rifletterà la natura circostante di modo da aiutare la città a rendersi perfettamente mescolata e integrata: si stima che il 95% dell’ecosistema naturale della regione Neom verrà preservato attraverso la costruzione di questa immensa area tecnologica così essenziale, connotata da ultra-velocità e intelligenza artificiale. La città del futuro.
Il lato controverso
Visto che parliamo di Arabia Saudita - dove lo standard del rispetto dei diritti umani è lontanissimo dagli standard occidentali, dove donne e comunità LGBTQ+ sono discriminate, dove pluralismo e democrazia sono di fatto assenti - è inevitabile trovare del torbido anche in un progetto come quello di The Line, che sicuramente sarà un esempio estremamente virtuoso e rivoluzionario in chiave urbana.
Intanto il vasto piano voluto dal principe Bin-Salman, chiamato Saudi Vision 2030, va a scontrarsi la tribù Huwaitat, che da secoli abita questi territori. La popolazione è stata invitata (ride, ndr) ad andarsene, senza che si sappia l’entità del rimborso promesso dal governo saudita.
L’altro vettore lungo cui si muove il progetto è la volontà di rendere l’Arabia Saudita più indipendente dal petrolio: la costruzione di The Line risponde al desiderio di entrare con grande decisione nel settore delle energie rinnovabili da parte del governo saudita, andando a stringere rapporti con Paesi e società leader in questo campo che in assenza di una risorsa “interna” come The Line non riuscirebbe a tessere (sul solco di quanto abbiamo detto suii Mondiali in Qatar, nella scorsa puntata). Il progetto è stato definito in questi termini dal Guardian: “An instrument of both soft and hard power wielded by an exceptionally murderous and repressive regime”.
🇸🇦🇸🇦🇸🇦
E per finire
La foto più aesthetically pleasing vista di recente:
La newsletter da non perdere: Il Colore Verde, la newsletter di Nicolas Lozito, giornalista de La Stampa, su clima e ambiente.
Il podcast da ascoltare on the road: Megalopolis, il nuovo podcast distopico di Paolo Trincia sulle città del futuro e le conseguenze del climate change.
Grazie e a presto!