Ecologia e diamanti
#100 Mappe - Namibia 🇳🇦: il primo Paese africano a parlare di protezione ambientale nella propria Costituzione.
Ciao, buon lunedì!
Stai leggendo una nuova puntata di Mappe, la newsletter che ti parla di storie, culture e persone. Un Paese alla volta. Irrimediabilmente ogni lunedì.
Questa è una puntata speciale di Mappe: la numero 100.
Mi sono trovato a riflettere sul fatto che da tre anni, ogni settimana, dedico qualche ora alla scrittura della newsletter. Comunque sei anni in meno della gestazione del quarto disco dei Cani.
Oltre a questo, ho anche rimuginato sul duplice significato di Mappe. Da un lato, spero che possa fungere - per chi legge - da appuntamento per fissare e approfondire determinati temi in mezzo alla bulimia mediatica che ci attanaglia; dall’altro, è un momento personale ormai irrinunciabile, per comunicare con persone vicine e lontane attraverso Paesi e storie che meritano qualche minuto di condivisione.
Niente di più, niente di meno: il progetto Mappe si è sempre retto su condivisione e passaparola, da tre anni a questa parte.
Grazie a te che hai scelto di salire a bordo: nella mappa qui sotto, puoi vedere da dove si legge Mappe in tutto il mondo. Anche da Kenya e Colombia.
Come sempre, se ti va: puoi consigliare Mappe al tuo barista di fiducia. Quello a cui chiedere “il solito, grazie!” ogni lunedì mattina.
Il deserto del Namib
“Capitale della Namibia?” “Windhoek”.
Senza apparenti motivi, fin dai primi anni in cui provavo a imparare a memoria tutte le capitali del mondo, l’associazione Namibia-Windhoek mi veniva piuttosto facile.
Forse perché è facile ricordarsi della Namibia all’interno del contesto africano, legandola al deserto del Namib: misura 81.000 km², è arido da 80 milioni di anni - con una precipitazione media annua di soli 5 mm di pioggia - e occupa quasi il 20% del territorio della Namibia.
A partire da questo dato, si può capire come la Namibia sia un autentico diamante in termini di ricchezza ambientale: stando al WWF, addirittura il 44% del territorio del Paese è gestito in maniera decentralizzata, attraverso parchi, territori sotto tutela o aree naturali protette.

Protezione dell’ambiente
L’attenzione per la propria unicità ambientale spiega perché la Namibia sia stato uno dei primi Paesi al mondo - e il primo in Africa - a parlare apertamente di protezione dell’ambiente all’interno della propria Costituzione. Così recita l’articolo 95 della Costituzione Namibiana:
The State shall actively promote and maintain the welfare of the people by adopting, inter alia, policies aimed at the following:
(l) maintenance of ecosystems, essential ecological processes and biological diversity of Namibia and utilization of living natural resources on a sustainable basis for the benefit of all Namibians, both present and future.
Traduzione: “Lo Stato deve attivamente promuovere e mantenere il benessere delle persone adottando, tra l’altro, politiche volte a: mantenere gli ecosistemi, i processi ecologici essenziali e la diversità biologica della Namibia, utilizzare le risorse naturali viventi in modo sostenibile a vantaggio di tutti i namibiani, attuali e futuri”.
Questa formula è stata adottata nel 1990: un fatto incredibilmente avanzato a livello ecologico. Sulla base di questa responsabilità collettiva la Namibia ha creato proprio il Community Based Natural Resource Management, una gestione comunitaria delle risorse naturali del Paese attraverso un sistema decentralizzato, come abbiamo appena visto.

Le dune più alte del mondo
Molto probabilmente è perché mi sono fortemente interessato alla Marathon des Sables: negli ultimi giorni le dune sono diventate il mio “impero romano”. Le sto visualizzando nella mia testa almeno un paio di volte al giorno.
La cosiddetta Duna 7, nel deserto del Namib, è la duna più alta dell’intero continente africano: si trova vicino alla città namibiana di Walvis Bay ed è alta ben 383 metri. Potresti giustamente pensare: beh, difficile fare di meglio.
Il fatto sensazionale è che la duna di sabbia più alta del mondo misura quasi quattro volte quella namibiana: parliamo della Duna Federico Kirbus, situata nell’estremità occidentale dell’Argentina. La sua altezza è di 1.234 metri, circa 400 piani di un grattacielo.
Turismo e diamanti
La popolazione namibiana trae beneficio dalla centralità che riveste l’ambiente: il turismo che si riversa nel Paese si contraddistingue proprio per i tour a base di safari e gite nel deserto, e pesa per circa il 15% del PIL del Paese.
A fianco del turismo, però, la Namibia si inserisce in un contesto sudafricano in cui è la ricchezza mineraria a orientare l’economia nazionale. Condivide 1.376 km di confine con l’Angola - ricca di petrolio, ferro e diamanti -, confina a est con lo Zambia - il cui rame estratto rappresenta il 70% delle esportazioni del Paese - e a pochi passi si trova anche la Repubblica Democratica del Congo - di cui abbiamo parlato in relazione alle estrazioni di cobalto e coltan -.
A sua volta, la Namibia è il quinto produttore mondiale di uranio, elemento cardine all’interno delle centrali nucleari. Inoltre, nel 2024 sono stati i diamanti a pesare per ben il 17% delle esportazioni totali del Paese, rivolte in primis verso Sudafrica e Cina, il Paese che più di tutti sta diffondendo il proprio soft power sul continente africano. Si stima che la Namibia sia il quarto Paese al mondo con la maggior produzione di diamanti, dopo Russia, Botswana e Canada.
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E per finire
La foto più /aesthetically pleasing/ vista di recente:

La puntata di Mappe da rileggere: rimanendo vicino alla Namibia, il viaggio di Joe Biden in Angola 🇦🇴 racconta il Paese africano e le sue materie prime.
Alcuni articoli letti in questi giorni:
Le tragiche immagini dell’ultimo attacco russo in Ucraina, a Sumy, su Sky TG24
Israele ha distrutto anche l’ultimo ospedale di Gaza City, su BBC
Un’interessante riflessione sul successo di Edoardo Prati, su Rivista Studio
Il podcast da ascoltare mentre sei in coda: questa volta ti consiglio la chiacchierata fatta da Mappe insieme a Dispacci, la newsletter di Samantha Colombo. Un’oretta in cui abbiamo parlato di Romania, Groenlandia, Serbia. Delle proteste in Europa, del ruolo delle newsletter e di tanto altro:
Qualche settimana dopo
Una nuova mini-rubrica in cui, dopo un po’ di tempo, facciamo un follow-up su uno dei Paesi e temi trattati nelle precedenti puntate.
Il weekend appena trascorso ha visto l’Ecuador 🇪🇨 al voto, per eleggere il nuovo presidente del Paese: in attesa dei risultati finali, il ballottaggio si gioca tra Luisa Gonzàlez - candidata di centrosinistra - e il presidente uscente Daniel Noboa.
Sembra che possa essere decisivo il voto delle popolazioni indigene. Sul tavolo, inoltre, ci sono le questioni di carcere e narcotraffico: negli ultimi anni il numero di crimini e omicidi commessi nel Paese è aumentato notevolmente, come avevamo visto insieme in questa puntata.
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Grazie e a presto!
Complimenti per la 100 Andre, avanti tutta 🏃♂️💨
Congratulazioni per la 100sima uscita, sempre bellissima!